Stelle cadenti e giovani cubane

 

Dolce notte di stelle ai blogghisti che si collegheranno con
questo schermo prima dell’alba. Pensate a ciò che non avete il coraggio di dire
perché è in quell’area che stanno i veri desideri. Poi, se siete in compagnia,
fate il giochino di indicare una stella cadente che vi siete inventati. E’ un
po’ sadico, ma ci si diverte. E in ogni caso io vi dico che è stupenda
occasione quella in cui ci si ritrova a sognare in cinque, sei, sette, e
nessuno dice il suo sogno e tu cerchi di indovinare che cosa arda davvero nella
fantasia di persone a te vicine. Se amori inconfessabili, ambizioni
indichiarabili, malinconie struggenti, normalità impossibili. Bella e dolce è
la notte di San Lorenzo e ne ho ricordi meravigliosi, per questo vi auguro di
viverla con affetto di Anfitrione.
Io intanto sono finalmente approdato sullo Jonio, nel villaggio gallico dove
mia sorella Simona ospita figli, nuore, nipotini, amiche delle nuore e prepara
per tutti torte prelibate neanche fosse nonna Papera. Sono solo con la biondina
mentre i gracchi trionfano a Milano. Al seguito ho il fido computer per
scrivere e poi scrivere perché ben tre (ma sì!) sono i libri che attendono
l’autunno. La Calabria ispira. Forse non come Stromboli, ma ispira. A
proposito: lo credo bene sia l’unica regione d’Italia in cui quest’anno il
turismo è aumentato. I prezzi sono ancora contenuti, le spiagge lunghe e
libere, i colori meravigliosi nelle profondità del cielo. L’unica cosa che mi
dispiace è che poi non sono capaci di mettere a frutto i loro tesori. E che
probabilmente questo incremento turistico invece di generare comportamenti
virtuosi sortirà il contrario: chioschi che bruciano e aumento dei prezzi.
Da Simona-nonna Papera dialogo illuminante, ieri sera, con due giovani cubane,
una delle quali ottima nuora sua. I loro racconti su Cuba mi hanno fatto
ricredere. Nessuna delle due è castrista  (loro dicono “fidelista”) eppure parlavano con
sorpresa, con scandalo genuino, del fatto che qualcuno qui possa non avere da
mangiare, che qualcuno possa morire di fame. “A Cuba non succede”. Mi ha
colpito sentirle parlare così perché una vive in Italia, l’altra a Londra, ma
dicevano la stessa cosa. A Cuba ogni famiglia ha diritto a una razione di
generi di prima necessità ogni mese, in relazione alla sua numerosità. Non deve
temere la fame. Ne nasce qualche piccolo traffico (chi non beve il caffè lo
rivende in cambio di qualcosa), ma ho ri-capito che c’era un senso in quella
rivoluzione di più di mezzo secolo fa. Poi, e ci mancherebbe, c’è il problema
della libertà. Continuerò la discussione.
Da qui, e le ultime righe valgano più delle altre, mando un augurio caro,
intenerito, al mio più giovane amico, economista anti-corruzione: forza Marco,
ti vogliamo bene!

 

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