La sconfitta degli Unni. L’autosconfitta di Scalfari

 

Notte meravigliosa, dal balcone che dà verso il vulcano
entra un silenzio irresistibile. Darei chissà cosa per provare sensazioni così
ogni notte. L’isola del tesoro forse si riscatta, chissà. Intanto un primo
segno di risorgimento lo ha dato in mattinata. Erano tornati gli unni marini
con la loro barca finto-vela. Dice che i colpevoli sono dei bischeri con casa
in paese, turisti naturalmente, che si fanno venire a trovare dagli amici per
provare il brivido della barca. Il brivido lo hanno sentito però sulla schiena
nuda quando è arrivata la guardia costiera (probabilmente chiamata da altri
turisti) e li ha fatti sloggiare dalla baia -così mi è stato raccontato- tra
gli applausi e i lazzi di gioia del premiato pubblico di spiaggia. Doppio
risultato: ha vinto la civiltà e al tramonto ho trovato l’acqua pulita. Piccolo
disappunto della biondina: mentre eravamo in mare un cane incustodito (sempre
lì si torna) le ha lasciato un pensierino liquido sul pareo.
Altra buona notizia. Sempre la biondina mi ha regalato, perché sapeva che lo
tenevo d’occhio, un libro di Eric Hobsbawm, storico sommo e grandissimo, che
seguo con ammirazione da quando ero studente (in effetti ha 95 anni). Il libro
ha questo titolo: “Come cambiare il mondo”. Sottotitolo: “Perché riscoprire l’eredità
del marxismo”. In copertina i volti di Lenin, Engels e Marx. Editore Rizzoli,
Bur edizioni. E’ uscito l’anno scorso e mi era sfuggito. L’ho trovato
splendidamente erudito (a una certa età piace…) e di profondità avvincente. Lo
consiglio. Bello vedere che già negli anni novanta dell’ottocento parlavano con
toni definitivi della crisi del marxismo. Ma non è questa la materia. E’ che ho
scoperto che in un anno nel mio corso si fanno più tesi su mafia e antimafia di
quante tesi di laurea si facessero sul marxismo in tutta la Germania negli anni
prima della guerra ‘15-’18 e dopo la rivoluzione del 1905. Dice: ma che fai,
confronti le mele con le pere? Sì, e allora? Sempre di materie di combattimento
parliamo…Sta a vedere che si fa una rivoluzione anche noi..
Infine, notizia nobbuona. L’editoriale di Scalfari di oggi contro Zagrebelsky (per
il suo intervento sul caso Napolitano-procura di Palermo) mi è sembrato
incredibilmente rancoroso e rozzo. Sempre per tornare a quando ero studente,
ricordo lo Scalfari che scavava senza darsi limiti di opportunità nei segreti
di Stato. L’attacco ai giudici siciliani o alle procure siciliane ha qualcosa
di sconcertante. In questo rapporto che il giornalista vuole costruire con
Napolitano c’è qualcosa che non mi convince. Purtroppo per lui (e anche per
noi, tutto sommato) credo che avrà un percorso opposto a quello di Montanelli,
che dopo una vita di molte cattive azioni si riscattò alla fine. Scalfari
rischia di bruciare le tante cose buone che ha fatto e di immolarsi sull’altare
assai poco eroico della lotta contro i migliori magistrati siciliani.
Qui, intanto, continua a entrare il silenzio dal balcone. Bellissimo. Buona
notte.

 

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