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L’antimafia va alla Summer School. Ma alla mafia bastano le fave
Ohi che squisitezze! Squisiti alcuni esami di Sociologia
della criminalità organizzata tenuti alla prima ripresa settembrina.
Soddisfazioni allo stato puro. Quanta scienza appassionata… Tanto più bello
dopo lo strepitoso successo della mostra su Comunicazione e memoria (nuova versione)
esposta il 3 settembre nel cortile di Palazzo Marino. Studenti ai sette cieli,
invitati ovunque a miracol mostrare. Ah, quanto è bello insegnare…
A proposito. Lunedì mattina parte la celebre Summer School in Organized Crime. Scienze Politiche in
spolvero. Daniela e Martina hanno preparato con amore le cartellette per i
pregiati ospiti, che vanno da alti dignitari dell’Interno a giornalisti di fama
a spumeggianti studenti medi (due, motivatissimi!). Da quest’anno si punta a
costruire comunità. I primi tre giorni all’accademia, i secondi due alle
istituzioni. I primi tre per la delizia di chi vuole godersi i risultati delle
ricerche fatte l’ultimo anno, conoscere i nuovi talenti, roba da palati fini,
da cenacolo intellettuale. Gli altri due per gli stimoli dalle trincee istituzionali
di nord e sud. Poi, a ottobre, sarà la volta del corso post-laurea in “Scenari
internazionali della criminalità organizzata”. Ma ne parlerò tra qualche
giorno. Qui si fonda, ragazzi, si fonda. Mica si pettinano le bambole…
Squisitezze. Ce n’era una -e mi ero dimenticato di dirvela- nel film di Dora.
Un filmato su mio padre colonnello intervistato sul caso De Mauro. Incredibile
coincidenza. Basta sentirlo, basta vedere come rimpiange che la sua pista della
droga non sia stata seguita (altro che depistaggio, dunque!!), per: a) capire
che in ogni caso era straconvinto (e non imbeccato proprio da nessuno) della
direzione investigativa intrapresa; b) provare addirittura il dubbio che avesse
ragione.
Squisitezze. Ce n’è una che arriva dal carcere di Sulmona. Il boss delle cliniche
Michele Aiello, uomo di Cuffaro e vicino a Provenzano, scarcerato e rimandato a
casa nella sua Bagheria per ragioni di salute. Incompatibile con la dieta a
base di piselli e fave! Incredibile!!!! Incredibile il direttore (Sergio Morice
il nome) che non cambia la dieta in cinque minuti. Incredibili i giudici di
sorveglianza che srotolano il tappetino rosso al noto mafioso, senza neanche
provare a mettere di mezzo un articolo di legge o di regolamento o chiedere a
Grasso come fare. Si possono avere i nomi, per favore, giornalisti d’inchiesta?
O è rispetto della privacy? E ci sarà un ministro che farà fare un’ispezione? E
il Csm li radierà questi giudici da fave e piselli? Tanto poi, a tenere alto il
nome delle istituzioni, ci sono quelli che rischiano o ci lasciano la pelle,
minchiazza!! Queste facce di sorveglianti bisognerebbe mettere sulle prime
pagine, loro dovrebbero simboleggiare un secolo e mezzo di storia, la storia dei
rapporti tra Stato e mafia…. E vedrete che poi spunterà qualche medico di Pavia
pronto a sostenere che le fave l’hanno pure reso cieco…Altro che non capire una
fava. Qua si capisce tutto…
Nando
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