La grande abbuffata. Libera ovunque. Don Ciotti e Veltroni

 

Ascolto i grandi, grandissimi “Nomadi”, e penso che domani
inizieranno i corsi del nuovo anno accademico. Si attacca al mattino presto con
Sociologia dell’Organizzazione. L’incontro con una nuova platea di studenti è
sempre un’esperienza umana emozionante. Da privilegiati. E te ne rendi conto
soprattutto leggendo i giornali. Già, vedo lo spettacolo indecente della
politica, l’abbuffata laziale, le schifezze lombarde, l’untuosa prepotenza, i
Formigoni e le Polverini, le cafonissime feste in costume, le idiozie difensive
(con le mamme e le mogli in aggiunta), le penose ammissioni di colpa, il
saccheggio, e ringrazio il cielo di non essere dentro quel verminaio. Dentro
quel mondo pronto a dirti che se tutti scappano  chissà dove si va a finire; ma che quando uno
gli dà retta e prova a entrarci lo stritolano che è un piacere e lo risbattono
fuori, pronti ad ammonire i cittadini sul rischio del qualunquismo. Ricordo la
prima assemblea del nuovo Pd, sembrava tutto vero, ora si cambia, quanti
ragazzi e quante donne, quante facce sconosciute, oppure conosciute nell’impegno
civile. Ecco, è già tutto finito, era tutto già finito dopo un anno. Sono stato
alla festa di Libera a Firenze (oh, han fatto una grande festa provinciale, di
sette giorni, con cucina e pizzeria strapiena…) e ho espresso la mia
convinzione: non tanto “resistere” ma “ricostruire”, le macerie sono già in
mezzo a noi. E poi oggi sono stato alla nascita del coordinamento provinciale
di Libera di Como. Bellissima. Strapiena. Dimostrazione che Libera può pure
fare l’”associazione di associazioni”, ma poi ci vogliono i singoli in carne e
ossa per farla vivere di vita propria e chi la tiene in piedi deve avere
diritti proporzionali a quel che ci mette dentro.
E a proposito. Sempre oggi a Trezzano sul Naviglio un bene confiscato ai clan è
stato inaugurato nelle nuova veste di sede dell’Associazione nazionale
carabinieri, dedicata a Salvatore Nuvoletta, carabiniere ventenne che si era
messo in testa di fare davvero il carabiniere contro i casalesi e che per
questo suscitò le ire di chi era abituato all’impunità e venne venduto dal suo
maresciallo. Salvatore quando capì che i killer erano arrivati per lui pensò
prima a mettere in salvo il ragazzino con cui stava giocando…Era il fratello
del carabiniere di scorta di mio padre, che i presenti hanno sentito a Milano
la sera del 3 settembre a Palazzo Marino.  Storie che tornano, storie che vanno
raccontate. E di nuovo a proposito, vi racconto che cosa ha combinato don
Ciotti alla festa della Cgil laziale a un dibattito sulla mafia. Dopo che
Veltroni si era pronunciato contro le preferenze perché danno spazio alla
criminalità organizzata, meglio la responsabilità dei partiti, il grande prete
ha detto: “Sia chiaro, noi come Libera vi ringraziamo, ma mi devi spiegare
perché per avere fatto una legislatura e mezzo o e tre quarti (in realtà due e
mezzo…), potendo scegliere avete mandato fuori dal parlamento Nando dalla
Chiesa e siete pieni di persone che sono lì da 25 anni. A noi avete fatto un
regalo perché ora è il nostro presidente onorario, ma come scegliete i
parlamentari per fare la lotta alla mafia?”. Chi c’era racconta di una autentica
ovazione e di un volto che si fa bianco come un fazzoletto. Però ringrazio anch’io:
domani inizia Sociologia dell’Organizzazione. Buon anno (accademico) nuovo!

 

Leave a Reply

Next ArticleFerrara, nome proprio di città...I conti in tasca alla 'ndrangheta. E Rostagno...