Questo sito non utilizza alcun cookie di profilazione. Sono utilizzati cookie di terze parti per il monitoraggio degli accessi e la visualizzazione di video. Per saperne di più e leggere come disabilitarne l'uso, consulta l'informativa estesa sull'uso dei cookie.AccettoLeggi di più
Ferrara, nome proprio di città…I conti in tasca alla ‘ndrangheta. E Rostagno…
Ragazzi, la cultura non è acqua. Oggi magnifico seminario
socio-giuridico all’università di Ferrara, facoltà di giurisprudenza. Tema: la
definizione di mafia, anzi, rapporti tra definizioni sociologiche e definizioni
giuridiche. Sembra fuffa teorica, lo so che qualcuno penserà questo. E invece
le implicazioni pratiche erano straordinarie: dall’esito dei processi alla
battaglia nelle lande lombarde. Stare con chi studia allieta l’animo. E in
questi casi mi ci perderei per giorni, nelle dispute e nei confronti. Vittorio
Mete, sociologo calabrese, ha posto a tutti un punto che non si può aggirare.
Perché, ha chiesto, in alcune intercettazioni si ascoltano boss che faticano a
trovare diecimila-trentamila euro, se scoppiano di danaro come si dice? Non è
che li facciamo più ricchi di quel che sono, regalandogli un’immagine di
onnipotenza? Sicuramente la questione è fondata. Ormai chi ci lavora seriamente
non ne può più di sentirsi sparare le famose cifre sul “fatturato” della mafia.
Alla Summer School le abbiamo demolite, ma vedo con piacere che senza esserci
messi d’accordo ci siamo stufati delle bufale tutti insieme. Le risposte all’interrogativo
possono essere tante (sobrietà più investimenti all’estero; disprezzo per il
consumismo e vocazione espansionista, ecc). Ma almeno rimettiamo le cose con i piedi
per terra. In ogni caso ci si rivedrà a Ferrara.
E a proposito di conoscenza, due ottime notizie. Partirà il master in gestione
dei beni confiscati promosso a Bologna (sempre giurisprudenza) dall’ottima amica
Stefania Pellegrini, oggi modello Rossellini. Aveva fissato un numero minimo di
dieci allievi, l’ha più che raddoppiato. E, seconda buona notizia, partirà il
Corso di perfezionamento in “Scenari internazionali della criminalità
organizzata” promosso da me medesimo. Avevamo fissato il numero minimo a
quindici, l’abbiamo già superato e manca ancora la giornata di oggi per
chiudere. Già fatta la riunione per dare agli allievi il massimo dei massimi. E
c’è chi ci ha chiesto la bibliografia…Ma quale bibliografia! Risultati di
ricerca daremo, testoni…
Ieri sera alla Sala della Provincia, invece, ricordo di Mauro Rostagno. Ventiquattro
anni dopo. Tutto pieno, un filo di commozione che serpeggiava tra i suoi amici,
ma non era un amarcord, era un tributo generoso a un uomo generoso. Quattro ore
in programma, dalle otto di sera a mezzanotte. Chiederete: e che vi siete detti
in quattro ore? Risposta: ma lo sapete che a furia di parlare (il vostro
anfitrione è stato forse il più breve) il tempo non è bastato e la figlia
Maddalena (dico: la figlia)è stata costretta a rinunciare? Problema antico e,
pare, insolubile: ma perché, santo cielo, chi parla non pensa mai di non essere
l’unico? Perché deve costringere chi ha più diritto di lui a parlare a mettersi
da parte? Vedete un po’ come la convivenza civile si regga in fondo sui
dettagli…Oggi incomincio il corso di Gestione e Comunicazione di Impresa.
Auguri, vecchio anfitrione…
Nando
Next ArticleAzzurra. Ovvero: la società gggiovane che tiene i giovani nel sottoscala