Quel che i detenuti dicono dei politici…La comunicazione di Montezuma. Ed Eolo..

 

E così Claudio Fava non può candidarsi alla presidenza della
Regione Sicilia per un cavillo: un ritardo di qualche giorno nel riprendere la
residenza in Sicilia…Roba da pazzi, viene da una rivista che si chiamava “I
siciliani”, ha fatto il candidato sindaco a Catania… Però se veniva bello bello
da Casalpusterlengo senza aver mai visto la Sicilia e prendeva la residenza nei
45 giorni giusti prima, poteva candidarsi. Era maturo per fare il presidente
dei siciliani. Sono rimasto di sasso, e continuo a credere che l’ipocrisia di
questi formalismi sia indecente.
Indecente, sempre più indecente, è pure la politica. Ci mancava il direttore
delle poste del Senato..E se è vero che “bisogna distinguere” (classicamente),
è anche vero che bisogna connettere. In un sistema -e quello politico è un
sistema- ogni comportamento si spiega anche con i comportamenti altrui. Martedì
pomeriggio sono andato al carcere di Pavia a fare un incontro con i detenuti.
Bello, devo dire. Be’, dovevate sentire e vedere in faccia i detenuti quando
parlavano dei politici a partire dalle note vicende della Regione Lazio. “Delinquenti”,
dicevano con disgusto, con disprezzo sovrano. E quando ho raccontato di Michele
Ajello spedito agli arresti domiciliari perché, poverino, gli faceva male la
dieta con le fave, ognuno di loro ha capito al volo che cos’è successo a
Sulmona. Fanno un giornalino, si chiama “La Voce del Gallo”, all’ennesimo
numero zero. D’altronde non possono usare i computer dalla cella, devono fare
scrivere ad altri ciò che loro mettono su carta. Hanno anche dei gruppi di
lettura. Uno aveva perfino La Convergenza (ma sì!), e mi ha chiesto di
firmargliela. Esperimenti di celle aperte e di relazioni più fitte. Bravi la
direttrice, il comandante della polizia penitenziaria, e il mio amico Bruno, di
“Vivere con lentezza”, che dedica loro tempo prezioso.
Inaugurato il corso di Gestione e Comunicazione di Impresa…Mah, credo che la
parola “comunicazione” sia un po’ come la maledizione di Montezuma, nonno di
Montezemolo: volteggia come un malaugurio nelle imprese come nelle università.
E il bello è che gli interessati non se ne accorgono. Bene invece il celebre
corso di perfezionamento sugli scenari internazionali della criminalità
organizzata: amiche & amici, a voi più
del doppio
del numero minimo di iscritti necessario per partire!
E’ partito purtroppo Eolo, amico caro e irriverente, da me ricambiato in
irriverenza quando l’avevo sposato al suo secondo matrimonio. Detto il sì, l’avevo
sollevato in aria come Benigni con Berlinguer. Sua nipote, Cristina Mazzotti,
fu vittima a diciotto anni di uno dei più crudeli sequestri di persona (parteciparono
anche degli indigeni lombardi…). Lui dedicò anni ed energie e soldi per
ricordarla e per combattere le cosche. Lo ricordo con dolcezza e riconoscenza,
il nostro Walter Matthau…
E intanto vi segnalo le grandi settimane antimafia, fino al 20 ottobre, promosse
dalla Scuola Caponnetto a Brindisi. Sia resa lode a Nando il Benigno, di nome e
di fatto.

 

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