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Ancora Buccinasco. Tu chiamale, se vuoi, dimostrazioni…
Molto bene. Gli studenti mi scrivono scandalizzati
per i toni usati da un po’ di amministratori di Buccinasco. Io penso invece che
siano provvidenziali. Così ora chi non aveva capito bene può capire tutto. Il
livello culturale e morale che trabocca da certi siti spiega alla perfezione il
caso Buccinasco. E io sarei dovuto andare a intervistarli? E per sapere che
cosa? Per avere quale complessa opinione? Per ricevere quale coraggiosa
denuncia? “Buccinasco. La ‘ndrangheta al nord” è in realtà un libro che parla
di mezzo secolo di storia. E dunque non avevo nessun dovere di cronista. Non
sono l’inviato che, arrivando a fare un pezzo sulla città, non sente il sindaco
o il vicesindaco; a parte che anche l’inviato è libero, in certi contesti, di
studiare i fatti senza passare dal municipio. Io ho ritenuto che i fatti di
mezzo secolo fossero tanti ma tanti, e così pesanti, che non avevo bisogno di
opinioni come quelle che leggete. Il libro non è uno studio su ciò che pensano
gli odierni amministratori di Buccinasco. E’ uno studio su ciò che è accaduto a
Buccinasco dagli anni sessanta a oggi.
Capisco, visto il livello, che qualcuno possa non cogliere la differenza, ma a
me è abbastanza chiara. D’altronde in questi decenni ho parlato a lungo con il sindaco
Formenti (c’è una sua lunga tavola rotonda fatta nella redazione di “Società
civile” più di vent’anni fa, ripresa nel libro). Ho parlato a lungo con la
sindaco Arnaboldi, che andai a trovare sul posto, e che venne isolata nella sua
battaglia di legalità (quello che mi disse lo ricordo bene senza bisogno di
reintervistarla). Ho poi avuto un indimenticabile faccia a faccia di due ore con
il sindaco Cereda a Telelombardia e ho altrettanto ben piantato nella memoria
il suo modo di concepire i doveri del pubblico amministratore (poi arrestato
per corruzione). Ho ascoltato più di una volta il sindaco Carbonera, che andai
anche a sostenere in campagna elettorale quando sembrò arrivato il momento
della svolta. E ricordo i suoi impegni di allora. Fu “primo cittadino dal 2002
al 2007”, come sta scritto correttamente a pag. 230, visto che speculano su un
abbaglio sfuggito in altra parte del libro (già pronta la correzione per la
ristampa). Dell’attuale presidente del consiglio comunale Rosa Palone, poi,
ricordo più scambi di opinione, anche seduti nel cortile di Scienze Politiche,
così che poi l’ho sostenuta (ribadisco) alle elezioni. E dunque: con che faccia
si dice che non ho mai parlato con gli amministratori di Buccinasco? Forse per
sapere che cosa pensa qualcuno bisogna avere un certificato di intervista
ufficiale? Ho, certo, intervistato nel suo studio la
sindaco di Corsico: ma perché, eletta due anni fa, ha già un percorso alle
spalle e fatti veri da raccontare. A giugno la giunta di Buccinasco, invece,
era stata appena costituita.
Comunque, cari ragazzi che vi scandalizzate. Sappiate che è esattamente questo
che capita a chi si batte contro la mafia e la corruzione. Che c’è un copione
che si ripete sempre uguale e che mette insieme, nel tempo e nello spazio, le
persone dai cognomi più diversi. Di gente che fa il bello e il cattivo tempo e
poi si traveste da vittima. Per fortuna, oggi, sono arrivate le prime
manifestazioni di felicità proprio da Buccinasco. Appunto perché Buccinasco non
è solo mafia o compromesso o villania.
Nando
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