Buccinasco: avvisi di garanzia in Comune. Ancora appalti

 

Due nuovi avvisi di garanzia a Buccinasco. Di nuovo il
Comune nell’occhio del ciclone. Gli interessati sono due tecnici comunali che
avrebbero manipolato gli appalti anche sotto la gestione prefettizia seguita
all’arresto dell’ex sindaco di centrodestra Cereda. Ossia ieri. Il metodo?
Frazionare gli importi a partire dai quali bisognerebbe fare i bandi, così da
assegnare direttamente i lavori a ditte privilegiate, tra le quali, viene
sottolineato, una “particolarmente vicina alla criminalità organizzata”. Ancora
devo capire perché l’amministrazione municipale si sia risentita tanto con me e
Martina per il nostro libro, se questa è la situazione. Ancora devo ricevere
una spiegazione convincente di certe frasi scritte sul sito ufficiale del Comune a difesa dei
cognomi compromessi, o degli insulti a manetta diretti verso me e Martina per
il nostro libro. O delle minacce di querele. Pensate che per dimostrare l’eccezionalità
dell’impegno antimafia hanno voluto sottolineare che, per i bandi, oltre certe
cifre (molto alte, molto alte) scattano certe precauzioni. Infatti, come avevo
subito notato: a quelle cifre molto alte ci può sempre essere qualcuno che
impedisce di arrivarci. Appalto da duecentomila euro? Te lo scompongo in
quattro appalti da cinquantamila. A volte sembra che certi imbonitori pensino
di vivere in un mondo di gonzi. E d’altronde qualcuno li aiuta a crederlo.
Piuttosto quel che è bello del nostro “Buccinasco” è che sta dando la voglia di
parlare, di raccontare, di sfogarsi pubblicamente, a chi finora ha parlato solo
in circuiti ristretti o non ha parlato mai. Di chi ha avuto paura o ha pensato
che le denunce fossero inutili. A ogni presentazione arriva qualcuno che ci
mette il suo pezzo di esperienza. Gli insegnanti, l’amministratore, l’ambientalista,
la figlia dell’imprenditore che ne è morto di stress e logorio nervoso, chi ha
scelto di andarsene via e cambiare paese, tutti con il loro racconto da
brivido, che dovrebbe fare vergognare chi ha avuto pubbliche responsabilità e
tutto questo ha consentito nei decenni, fino a oggi.
Per ora prendiamo nota, convinti che quel che sta accadendo e che sentiamo
raccontare sia davvero materia per un nuovo studio, forse ancora più “sul campo”
del precedente. Intanto l’Espresso denuncia l’odor di mafia che grava su certi
appalti dell’Expo. Come presidente del comitato antimafia istituito da Pisapia,
non mi arrabbio con l’Espresso, ma lo ringrazio e ringrazio l’autore, il
bravissimo Fabrizio Gatti, per averci dato notizie che non avevamo. Capito come
funziona quando ci si sente dalla stessa parte della barricata?

 

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