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“Buccinasco. La ‘ndrangheta al nord”. Telchì la recensione di Massimo Carlotto
Buccinasco, la ‘Ndrangheta al nord, di Nando Dalla Chiesa e Martina Panzarasa è una vera novità nel panorama dei saggi sulla criminalità organizzata che oggi, per fortuna, si sta caratterizzando per una discreta produzione. Buccinasco mescola la puntualità e la precisione dei dati e dell’informazione a un commento politico e culturale necessario a inquadrare e comprendere il fenomeno della mafia al Nord. Questo saggio è l’ennesima dimostrazione del ritardo con cui i media nazionali trattano il fenomeno. Se non ci fosse il "sapere" universitario a colmare questa enorme lacuna l’opinione pubblica stagnerebbe in un livello di disinformazione assoluta e sarebbe ancora convinta che le culture mafiose regnano solo al Sud. Siamo stati abituati per troppo tempo a conoscere le mafie attraverso la cronaca delle attività di magistratura e forze dell’ordine. Ma una volta che sono scattate le manette quella particolare attività criminale è già memoria di qualcosa che non esiste più perché l’organizzazione si adeguerà e si trasformerà. Invece la correttezza dell’informazione sta nel fornire notizie di una criminalità mafiosa che agisce ora. In questo senso il lavoro di Dalla Chiesa e Panzarasa è illuminante. La memoria si trasforma in spiegazione dell’agire attuale della ‘Ndrangheta, fornisce gli strumenti per comprendere e riuscire ad analizzare una realtà criminale complessa e fino a oggi sostanzialmente sconosciuta.
La scrittura piacevolissima di dalla Chiesa, che abbiamo apprezzato fin dai tempi de Il giudice ragazzino, rende la lettura agile. Di solito, quando un saggio è narrativamente gradevole, si usa dire che "si legge come un romanzo". Ecco, io l’ho letto esattamente in questo modo perché la storia è tragicamente affascinante come un noir. Solo che in questo caso la trama è vera e il finale non è per nulla consolatorio. Alla fine le considerazioni che emergono con prepotenza riguardano la necessità di una svolta profonda nell’informazione perché solo un paese cosciente è in grado di difendersi. E poi che gli intrecci tra ‘Ndrangheta e frammenti del mondo politico, imprenditoriale e finanziario sono così evidenti e pericolosi da rendere sempre più urgente un rinnovamento complessivo di questo Paese per arrivare a considerare le culture criminali nemiche assolute della nostra società. Come cittadino non posso che ringraziare Dalla Chiesa e Panzarasa per il loro lavoro. Come autore di noir mi sento in dovere di avvertirli che saccheggerò a man bassa le storie che hanno raccontato.
(tratto dal sito Einaudi)
Nando
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