Lea Garofalo: ambrogini sacrosanti e saluti da centomila persone. E altre diecimila altrove…

 

Bene, le ragazze e i ragazzi del presidio “Lea Garofalo” di Libera,
che nel cuor mi stanno, hanno ricevuto la benemerenza civica dal Comune di
Milano, ossia quello che va impropriamente sotto il nome di “Ambrogino d’oro”.
Se lo meritavano, hanno dato senso e vita a un movimento di solidarietà (con
Denise, la figlia di Lea) quali raramente se ne sono visti in Italia. Lo
spirito strategico fa miracoli, ma la creatività e la freschezza adolescenziale
pure. E loro lo han fatto. Di umanità e di coscienza civile. Fino a far dire
dalla voce ufficiale del Comune, ieri mattina, che Lea è stata uccisa dalla ‘ndrangheta.
Cosa che la giustizia esita a dichiarare, come se si fosse trattato di una lite
familiare e non di un clan che non ha perdonato a una giovane donna il coraggio
di denunciare la propria famiglia e di portare fuori dall’inferno la
giovanissima figlia. Devo confessarlo: sapere che Lea Garofalo non è stata
sciolta nell’acido mi dà un brivido, un’emozione particolare.
Hanno trovato i suoi resti in Brianza, la prova del Dna è stata positiva. Penso
che dovremo farle un grande funerale di popolo, con almeno centomila persone
che la salutano e la onorano, anche a dispetto delle sue contraddizioni. In ogni
caso a dispetto di chi l’ha uccisa e della violenza che lei provò a combattere.
Ne ho scritto sul “Fatto” di domani.
E a proposito di ‘ndrangheta. Gira voce a Genova che un giudice abbia venduto
una sentenza a favore dei clan per diecimila euro. Se fosse vero io non gli
darei neanche un giorno di galera. Ma lo metterei in mezzo a due ali di folla,
in prima fila i familiari di vittime di mafia, che gli tirano diecimila calci
nel sedere con piena libertà di epiteto. Sono certo che la fantasia popolare
metterebbe un buon editore (Melampo?) in grado di farci un libro straordinario.
Sempre dalla Liguria si segnala, onore al merito, il consigliere regionale Pd
Sergio Scibilia. Da calabrese si è schierato contro i clan, mentre lo zio
veniva intercettato che prometteva interventi per fare rinsavire il nipote
deviante. Inutilmente. Bravo Sergio, un 28/30 non te lo toglie nessuno.
E a proposito, infine, di università. Sta partendo, come ho già detto,
wikimafia, enciclopedia in aggiornamento perpetuo sulla mafia al servizio del
popolo del web. L’idea è nata a un mio laureato berlingueriano, noto a molti di
voi. Ebbene, sto cercando i miei insigni e amati laureati per chieder loro se
vogliono partecipare. Purtroppo ho ancora, in molti casi, gli indirizzi di
posta elettronica da studenti, che restano però in vigore solo un anno dopo la
laurea. Perciò rivolgo da qui un appello ai fedelissimi che si collegano con
questo Blog: per favore mandatemi i vostri nuovi indirizzi in modo che possiamo
tenerci in contatto sulle iniziative più belle per voi.
P.S. Capitolo professionisti dell’antimafia, che alla fine pare che esistano
sul serio (anche se non lo era Borsellino, come sosteneva Sciascia): l’altra
sera ho sentito a Pavia Raffaele Cantone, magistrato di Cassazione e che ha
ottimamente lavorato contro la camorra, mettere in guardia dai modi con cui si
prendono e si usano i beni confiscati: ludoteche, circoli per anziani… Propone
attività produttive. Sottoscrivo!

 

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