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Momenti di storia. L’abbraccio di Annalori e Umberto
Bene, tra le storie di follia nazionale c’è anche una bellissima
storia. Umberto Ambrosoli ha vinto le primarie del “patto civico” per le
elezioni regionali in Lombardia. Dopo il finto (?) rientro della mummia, dopo
le isterie di Grillo che ha dilapidato in pochi giorni un patrimonio immenso di
protesta civile, mentre si annuncia per la terza volta l’indecenza delle liste
bloccate con dentro yesmen e cortigiani e soprattutto cortigiane varie, abbiamo
una notizia confortante. Un giovane (e bravo) avvocato, che è “solo” un
democratico senza aggettivi, che da anni insegna legalità e devozione alla
Costituzione nelle scuole, nelle associazioni, tra i giovani di tutta Italia,
una persona rispettosa ed educata, colta e con un suo mestiere, che ha dietro
di sé un pezzo della storia d’Italia, nella quale gli è toccato di entrare
quando aveva sei o sette anni, viene candidato a succedere a Formigoni. A
cambiare il governo della regione più ricca e potente d’Italia. E’ così bello
che non ci posso quasi credere, se solo penso che l’ultima alternativa proposta
dal centrosinistra (e imposta dall’alto!, senza uno straccio di consultazione
popolare) era quella di Filippo Penati.
Ora ci attende una campagna elettorale entusiasmante, nutrita dal piacere di
sostenere una persona che lo merita, e che fra l’altro ha battuto due altri
bravi candidati. Eppure sarà una campagna dura. Quello che si è formato intorno
a Formigoni non è un potere disposto a dire “prego, si accomodi”. E’ un potere
senza pudore, come sta dimostrando il suo gran capo, e convinto di avere quasi
un diritto naturale a comandare e a ciucciare risorse pubbliche (a proposito:
speriamo che gli sprechi dei gruppi consiliari del centrodestra non trovino
imitazioni tra i gruppi dell’opposizione, perché a quel punto dovremmo chiedere
i danni…). Ma in ogni caso una cosa voglio dirvi: che cosa vi siete persi! Che
cosa vi siete persi quando, ieri sera, Umberto e la moglie Alessandra sono
entrati al teatro Puccini per festeggiare in modo improvvisato la vittoria con
i loro sostenitori. Nell’atrio c’era la mamma di Umberto, la grandissima
Annalori, a cui Giorgio, l’”Eroe borghese”, indirizzò una lettera
indimenticabile appena capì verso quale destino lo stesse portando la sua
onestà professionale. La grandissima Annalori che si è tirata su i suoi figli
con coraggio e con amore insegnando loro i valori del padre. Be’, vi dicevo, l’abbraccio
tra lei e Umberto è stato un pezzo di storia, una cosa da pelle d’oca, una
delle scene più commoventi che abbia vissuto in diretta. E io in nome di quell’abbraccio
farò personalmente di tutto perché Umberto vinca. Augh, ho detto.
Nando
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