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B. e la profezia maya. E l’eroico Giletti. E buon Natale!
Ehi, amici ho visto un pazzo in televisione. E ho tratto la
conclusione che la maledizione dei Maya qualcuno alla fine abbia colpito per
davvero. Ma avete visto B.? Già è una caricatura , ma stavolta sembrava la
caricatura della caricatura. In molti passaggi era identico a me quando lo
imitavo nel celebre spettacolo “Il partito dell’amore” mandato in scena dai
parlamentari del comitato “La legge è uguale per tutti” dieci anni fa. Certo
quella faccia tirata, paonazza e disperata non avrei saputo farla. Ma lo stile
e il fraseggio erano i miei, copione che non è altro. Prodigioso quel governo “tennico”.
E quando non riusciva a pronunciare “pedissequamente”? E il racconto dell’incubo
che aveva avuto? Ingroia alla giustizia, detto per terrorizzare, come se tutti
avessero i suoi cadaveri nell’armadio da nascondere; Di Pietro alla cultura,
come se uno che non sa dire “pedissequamente” e racconta di “Romolo e Remolo”
ai capi di stato possa fare ironie su qualcuno; Fini alle fogne, e questo è
stato un punto di volgarità mai raggiunto da nessuno in televisione; poi ci ha
pensato lui a battere il record appena stabilito: “La Bindi che non vi dico
cosa faceva”; e quello di Sel, non nominato apposta, alla famiglia. Poveretto,
qualcuno, come suggeriva discretamente Veronica, lo infili in un camice bianco.
Ha trasformato in un eroe della libertà anche Massimo Giletti (complimenti,
comunque!), che gli ha ricordato che esiste il contraddittorio e che lui non è
Barbara D’Urso (stoccata magnifica…). E l’unto del Signore che minacciava “Me
ne vado, me ne vado” e non se ne andava mai. Ha detto pure “sono stato via un
anno e non la riconosco più la tivù”. Santa ingenuità. Eppure dovrebbe
conoscerla la tivù, dopo l’uso che ne ha fatto. Che cosa voleva, che sulla Rai
gli consentissero di insolentire a suo piacimento Monti, che tutti sanno essere
nel cuore del presidente della Repubblica e che potrebbe perfino diventare il nuovo
presidente della Repubblica? Milioni di italiani ci riflettano, se ne sono
capaci: questa barzelletta politica ambulante l’hanno mandata loro liberamente
al governo per più di un decennio. E altri milioni di italiani riflettano su un’altra
cosa, anche loro se ne sono capaci: hanno liberamente eletto dei capipartito narcisi
e incapaci che hanno messo se stessi davanti all’esigenza del paese di non
essere governato da questo signore. Bisognerà scriverla bene la storia di
questo ventennio avventurato. Finito, definitivamente finito davanti a Massimo
Giletti, notaio a sua insaputa della morte della seconda Repubblica.
Auguri a tutti. Domani dirò qualcosa sulle primarie milanesi, e su qualcuno che
mi sta a cuore. Buon Natale ai blogghisti vicini e lontani!
P.S. Il presepe, mi viene chiesto. Dunque, il presepe di quest’anno è concepito
come quello di quando ero bambino (ancora due casette di sughero o cartone
fatte dall’allora capitano dalla Chiesa, il pastorello da me portato al presepe
di classe in seconda elementare, ecc…), con gli innesti della nuova famiglia
dei Gracchi. E dentro vi si svolgono altri presepi, quelli regalati dall’amicizia
e dai viaggi, compreso il muschio portato da Martina. Ieri la Biondina mi ha
chiesto che presepe è. “E’ un presepe inclusivo”, le ho detto. E come potrebbe
essere altrimenti?
Nando
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