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Ostello Bello: notte di vigilia fuori concorso. E qualche slancio di cuore per le primarie
Ed eccoci qui a gingillarci con gli ozi natalizi. Mi godo i
cd avuti in regalo. Alcuni dal Gracco (Bruce, naturalmente) e dalla Biondina
(uno splendido doppio degli Stones). Altri da me medesimo, aggiratomi un paio d’ore
a cercare occasioni tra raccolte d’epoca e ricordi da soffitta. Visti i Beatles
a prezzi normali, ma trovata, per esempio, una bellissima Mannoia a 4.99 euro
(saluti a Maurizio!). Serata di vigilia all’Ostello Bello. I tre soci fondatori
hanno riunito come lo scorso anno tutti i familiari, loro e dei dipendenti, e
ne è venuta fuori una jam session inarrivabile. Baciando a destra e sinistra
visi conosciuti, mi sono trovato davanti un tale ipersorridente e dall’aspetto
simpatico, calvo e barba leggera, e ho proceduto anche con lui, che verso di me
si protendeva. Dopo il bacio mi ha chiesto se parlavo inglese, e quindi ho
capito che non ci eravamo mai visti. Era Greg, del Colorado, ospite dell’ostello.
Gli ho detto che il Colorado è il mio sogno da quando l’ho sorvolato una volta
in aereo e ho visto che era colorato per davvero. E lui mi ha invitato ad
andare a trovarlo, fa la guida turistica. Cose da Ostello Bello, chissà i
pesciolini rossi (quelli sequestrati) che crisi di nervi avrebbero subito in
quella gioia collettiva. A certe urla di giubilo da curva sud, e l’apice c’è
stato con il ragazzo messicano che portava la polenta, ho visto gli occhi di
giovanetti giapponesi strabuzzarsi perfino preoccupati. E ora che succede?, si
chiedevano smarriti Poi festa anche per loro.
Ma parliamo delle primarie, visto che c’è qualche ora per la meditazione e per
la comunicazione. Prima le più facili per me. Quelle abruzzesi di Sel. Non so
gli altri candidati, ma so di Maria Pia Graziani, una delle più grandi e vere
ecologiste che conosca, mica uno dei furbacchioni conosciuti purtroppo a ogni
latitudine. Grande libraia e militante civile a Milano; abruzzese, da tempo
ormai infinito (per noi) se ne è andata a vivere e lavorare nel Parco nazionale
d’Abruzzo, alla cui causa ha dato e sta dando tutta se stessa. Fossi in Abruzzo
andrei filato su di lei, superando ogni confine partitico.
Facile anche su Monza-Brianza, liste Pd. E’ candidata Lucrezia Ricchiuti. Se
non la segnalassi andrei contro quel che ho scritto, detto e fatto negli ultimi
due anni. L’ho ammirata come consigliera comunale anti-‘ndrangheta nella Desio
avvolta dai poteri mafiosi. Girava da sola a fotografare le case abusive che
sorgevano come funghi, una delle quali (a conferma di quanto detto sopra) era dell’assessore
all’ambiente. Ha denunciato solitaria i clan e ora fa la vicesindaco. A lei ho
fatto dedicare un capitolo del recente “Al nostro posto. Donne che resistono alle
mafie”, scritto da Ludovica Ioppolo e Martina Panzarasa, pregiate allieve della
ditta.
E facile anche su Bergamo, sempre Pd. Anche qui smentirei la mia storia se non
segnalassi Mirosa Servidati, insegnante di razza che ha una visione morale
della politica e l’ha mantenuta nonostante gli incarichi avuti a livello cittadino.
La indico di slancio e solo per il grande affetto la perdono di avere omesso la
sua entusiasta partecipazione alla Rete (’91-’94) nella propria presentazione.
Ora basta se no il post diventa lungo assai. Al prossimo post ci sentiamo su
Milano. Torno a riordinare i registri dell’anno.
Nando
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