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Il battesimo di Ambrosoli. E la “vecchia inchiesta”. E il “vecchio assessore”…
Sabato sera al Dal Verme a Milano. Battesimo
pubblico di Umberto Ambrosoli con una bravissima Lella Costa. Una fila immensa
di persone, messe disciplinatamente in coda, mille delle quali non sono
riuscite a entrare. Una attesa, una voglia di cambiare che si toccano quasi con
mano. Parole mai ascoltate nella precedente campagna elettorale di Penati, e
che fanno bene al cuore. Ancora un po’ di delizioso impaccio: l’impaccio di chi
lo fa per la prima volta, di chi non è uomo di spettacolo, di chi non vuole prendere
in giro nessuno, di chi non gestisce il suo corpo come una soubrette. Ah, come
mi sono rivisto, vent’anni fa…Ma stavolta andrà meglio, anche se i sondaggi
danno tre punti avanti Lega e Pdl. Maroni d’altronde è partito mesi fa e i suoi
manifestoni già tappezzano Milano. Forza e coraggio, popolo che vuoi liberare
la Lombardia dalla struttura soffocante delle clientele. Forza e coraggio,
popolo di fb: riprenditi in mano il tuo destino, come già hai fatto con
Pisapia.
A proposito di comunicazione. Mi dicono che ieri Anna La Rosa abbia offerto il caffè
a B. in un grazioso servizietto televisivo. Anna La Rosa era la mia
intervistatrice nei celebri sketch teatrali, magistralmente interpretata dalla
Willina. Dunque scherzando scherzando abbiamo anticipato la storia (si fa per
dire). Vogliono invece cancellare la storia (sempre si fa per dire) coloro che
sostengono, l’ho letto sul “Corriere”, che Bruna Brembilla avrebbe dietro di sé
una “vecchia inchiesta”, fra l’altro “archiviata dalla magistratura”. Allora
proprio non ci vogliamo capire. Intanto la storia non è del 1929 ma del 2007,
ossia ha l’età di un bimbo alla materna. E’ tutta interna agli attuali assetti
della politica milanese. E il fatto che sia stata archiviata non è dirimente.
Il problema -ma è così difficile capirlo?- è se le conversazioni intercettate
dai carabinieri sono vere o no. Punto.
Basta. Perché se io faccio una cenetta con un boss per parlare di politica non
c’è barba di magistrato che mi possa perseguire. Ma chiunque avrebbe il diritto
di chiedermene conto. Se poi tratto voti, con il boss o un suo sodale, chiunque
avrebbe il diritto di chiedere che non sia io a rappresentare il popolo
italiano in parlamento. Il fatto che di questo si debba sempre discutere misura
in fondo il degrado dei costumi civili. Degrado che si ritrova nella vicenda di
Buccinasco andata in tivù l’altra sera e su cui torno sempre più incredulo: un
terreno comunale (non un terreno privato,
come successe a Desio) svuotato e riempito di porcherie grazie, dice in
televisione il sindaco di allora, a migliaia di viaggi di camion fatti senza
che nessuno dicesse niente. Domanda: ma chi era allora l’assessore all’ambiente?
Io lo so naturalmente, ma mi piacerebbe che lo dicesse il comune, così attivo
invece nell’attaccare il mio libro…O no?
Nando
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