Lillo candidato! Quel che so di un imprenditore antimafioso bocconiano e siciliano

 

Preso da Ambrosoli, da Cosentino e dal raggelante rapporto
parlamentare sui rifiuti di Buccinasco, mi ero dimenticato due notizie. La
prima è che oggi (ore 18) proprio “Buccinasco” verrà presentato da Martina e
me, insieme con Marilena Poletti Pasero e Luca Beltrami Gadola, alla sala del
Grechetto di Palazzo Sormani (ingresso da via Francesco Sforza). Lì leggerò
anche brani del suddetto rapporto parlamentare fresco di stampa. Ovviamente a
Milano.
La seconda notizia ha qualcosa di grandioso, da spiriti forti. Amici
blogghisti, il grande Lillo sarà candidato alle elezioni regionali nella lista
Ambrosoli! Si presenterà sotto le originarie spoglie di Garlisi Calogero,
quelle con cui, giungendo da Racalmuto, centro del mondo e patria di Sciascia,
sbarcò alla Bocconi per conquistarla. Prima da superlativo rappresentante degli
studenti (ancora si ricordano da quelle parti le sue estenuanti lotte notturne
in difesa del posto letto in pensionato per questo o quel giovanotto in difetto
di esami), poi da brillantissimo laureato dallachiesiano con tesi sull’Italtel.
Quindi carriera nell’editoria. Non gli bastò di diventare dirigente apicale dell’Ipsoa, a quel satanasso. Si annoiava ai consessi internazionali,
dove facevano più chiacchiere degli italiani. Così fondò case editrici in
proprio. La Novecento, anzitutto, editoria professionale di pregio. Poi, con me
medesimo e l’altro divo bocconiano Jimmy Carocchi, la garibaldina ed eroica
Melampo, ormai una biblioteca intera sui temi più scomodi, non un euro di
commessa pubblica, tutti soldi propri. E poi ha fatto Laurana, narrativa e non
solo, e poi la Cavallotti University Press, per i testi universitari, per la
quale è uscita la mia recentissima creatura “L’impresa mafiosa” (ma ve ne
parlerò un’altra volta). E pensate che sia finita qui? Ma voi non lo conoscete,
Lillo Garlisi da Racalmuto, intellettuale con vena di cabarettista. Fu nel
primo e glorioso direttivo del circolo “Società Civile” e redattore di punta
dell’altrettanto glorioso mensile omonimo, in cui contribuì in modo decisivo (io ricordo questo con
gratitudine) all’inserto speciale di “Società Civile” su come si scriveva di
mafia in via Solferino (ne nacquero tre cause giudiziarie). Ruppe con Sciascia,
il mito del suo paese, dando dimostrazione di avere spirito democratico
cosmopolita. E poi di nuovo, una decina d’anni dopo, fu con me, Gianni
Barbacetto e altri, fondatore di Omicron, l’Osservatorio milanese sulla
criminalità organizzata, che disse cose mai dette prima sulle mafie, anche
straniere, al nord. Dimenticavo di dirvi che le sue due figlie hanno doti che
lui non ha. Tutte e due nazionali di pattinaggio artistico, mentre lui non l’ho
mai visto ballare sul ghiaccio. E infine: ha rilevato la libreria ex Pirola ed
ex Il Sole 24 Ore di largo Augusto (la Cavallotti, appunto). Il Sole 24 Ore non era interessato a tenerla aperta, lui c’è riuscito. E siccome non garantiva subito di
tenere tutto l’organico a pieno regime, il sindacato diramò una nota per
chiedere polemicamente chi fosse questo “sconosciuto finanziere siciliano”.
Fantastico! Lillo come Sindona… Dai Lillo, la gggente ricorderà quello che hai
fatto…

 

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