Non si prendono sms dagli sconosciuti. E Cartesio dai cacicchi di B.

 

Sapete voi chi diavolo sia Marino Fardelli? No? Io nemmeno. Altro
che carneade. So solo che stamattina mi è arrivato sul cellulare un messaggio
firmato da costui, il quale mi annuncia che domani 27 alle ore tal dei tali (la
pubblicità non gliela faccio) al Forum tal dei tali (idem) presenterà la sua
candidatura al consiglio regionale con la candidata G. Bongiorno, dal che
deduco che si candidi con qualche lista di destra alla Regione Lazio. Conclude
dicendomi “Ti aspetto”. E no, eh? Qui c’è il senso della devastazione dei
cervelli e dell’educazione a cui siamo arrivati.
Intanto: come ha avuto il mio cellulare questo perfetto sconosciuto? Perché
pensa che io che sto a Milano e voto a sinistra (e non lo conosco) possa essere
interessato a festeggiare la sua candidatura nella destra a Roma? Chi, quale
cialtrone ha messo il mio numero dentro l’agenda di questo signore? Chi, quale
cialtrone mette, magari a pagamento, i numeri di telefono altrui nelle mani
degli sconosciuti? Il garante della privacy vorrà intervenire? Ed è cosa che
può riguardare o no la magistratura? Il bello è che questo signore invade la
tua sfera privata con un sms e non ti lascia il mittente, che non appare. Lui
non vuole essere disturbato, il carino, però può disturbarti, lui sì che ha la
licenza. E ti dà pure del tu, neanche fosse il Gusmaroli da Buccinasco, senza
che tu ci abbia mai scambiato una sillaba.
Be’, io dico che uno così non lo voterei manco sparato. Soprattutto se fossi
uno di destra normale, cioè innamorato delle forme e dei protocolli e delle
buone maniere. E poi sono della scuola che gli sms sono come la caramelle: non
si accettano dagli sconosciuti. Fardelli (ora do del tu anch’io, per pari
opportunità), ciucciati i voti che riesci, contali e poi rientra nei ranghi.
Non rientrano invece nei ranghi del buon senso i cacicchi di Buccinasco, dove
cacicco è termine di uso dalemiano per indicare chi pensa di avere un feudo
tutto suo in cui agli altri è vietato mettere il naso. Dicono dunque i cacicchi
e le cacicche che il rapporto della commissione di inchiesta parlamentare che
parla della vergogna dei rifiuti a Buccinasco non è credibile. E sapete come lo
dimostrano? Forse contestando le risultanze degli atti giudiziari riportate nel
rapporto? Ma neanche per idea. Lo “dimostrano” sostenendo che le commissioni
parlamentari sono piene di inquisiti. Ah, questo sì che è spirito cartesiano…E
chi era Aristotele al cospetto di tanto genio logico? Per chiarezza: i relatori
del rapporto sono due parlamentari. Uno è al di sopra di qualsiasi sospetto,
Daniela Mazzuconi. Uno invece è piuttosto chiacchierato, Gennaro Coronella,
avvocato di Casal di Principe. Ma il fatto è che il rapporto usa fonti del
tutto al di sopra di ogni sospetto e non fa altro (lo si capisce anche dal
linguaggio) che travasarne le informazioni sulle sue pagine. Omettendo
giustamente di inserire ciò che è stato secretato perché ancora coperto dal
segreto istruttorio. Insomma, sembra di sentire Bossi che si difendeva dalle
accuse su Belsito e sui diamanti ricordando le magagne dei servizi segreti e della
stampa. Come modello non c’è male…

 

Leave a Reply

Next ArticleSe questo è un uomo