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Forza Lillo! Stavolta sì
Grande Lillo!
Il nostro eroe, come qualcuno di voi saprà, si è convinto a candidarsi. E
bene fece. Tant’è che gli ho tessuto l’apologia che a voi qui si rappresenta e
che apre il suo piccolo libro "Stavolta sì. Milano, Lombardia,
Italia".
Potete sfogliarlo qui, non costa niente http://www.bookrepublic.it/book/9788889533987-stavolta-si/ E per l’occasione ha dato il suo contributo anche Paolo Deandrea con le sue illustrazioni
Non scherziamo.
Qui non si tratta di parteggiare per Lillo. Qui si tratta di avere parteggiato
insieme con Lillo per una vita o quasi. Affrontando passaggi che richiedevano
la massima riservatezza, perché siamo tutti e due della scuola che i veri
antimafiosi sono più muti dei mafiosi. Buttandoci nella meravigliosa avventura
di "Società civile", circolo e mensile che negli anni ottanta diedero
una scossa a Milano, ormai sprofondata nelle dazioni ambientali e convinta che
nessun magistrato l’avrebbe costretta al più antipatico dei risvegli. Fondando
“Omicron”, l’osservatorio milanese sulla criminalità al nord, negli anni
novanta, quando di ‘ndrangheta non si parlava, troppo bello parlare di
clandestini. Inventandoci Melampo negli anni duemila, la casa editrice che
senza un euro di commesse pubbliche ha costruito uno dei filoni più credibili
in Italia di libri su mafia, corruzione, questione morale e giustizia. E
allevando insieme decine di giovani con la voglia di raccontare la realtà e di
non cedere al fascino delle carriere facili.
Abbiamo
parteggiato, dunque. Ci hanno fatti incontrare, sia pure con qualche anno in
meno a suo favore, la stessa allergia ai furbi e agli opportunisti, la stessa
intolleranza radicale verso un nemico che ha sparso sangue e ingiustizia senza
sosta, lo stesso amore per la fondazione di cose nuove, per l’intrapresa senza
reti di protezione. Credo che faremo altre cose nuove insieme. Intanto lui si
candida ad andare con Umberto Ambrosoli nella Regione degli inquisiti per
restituirle l’onore. Non ho bisogno che mi dica che cosa ci andrà a fare. Non
voglio sapere il suo programma. Basta che si attenga ai principi che gli ho
visto praticare per decenni. La cosa pubblica è la cosa pubblica e non si mette
in tasca. La democrazia si difende, le istituzioni pure. I talenti hanno il
diritto di esprimersi, nessuno può metter loro la camicia di forza di una
burocrazia clientelare. I posti di responsabilità vanno ai più capaci e
responsabili. L’ambiente e la bellezza non sono in vendita. E il pensiero pure.
A voi ora questo libretto
che sa di genio e di amicizia. E forza Lillo.
Nando
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