Il resto del Carlino: cinque belle notizie. E festa di popolo antimafia a Paderno

 

Prima bella notizia: il Giudice per le indagini preliminari
di Roma ha archiviato la querela di Carmelo Carlino, professione commerciante,
nei miei confronti. Come avevo raccontato qui qualche tempo fa, Carlino voleva
portarmi in giudizio per avere io deplorato sul “Fatto” quel che mi era
sembrato pazzesco: e cioè che davanti al binario della Freccia rossa alla
stazione di Milano, Trenitalia e (credo) il Comune di Milano lo avessero
autorizzato a disporre un grandioso benvenuto dolciario ai viaggiatori con la
sua insegna (per me insopportabile) “Il padrino”. Un’insegna, spiegavo, che sia
a Palermo sia a Catania si sarebbero vergognati di esporre. Lui, invece di
vergognarsi di usare quella insegna, ha querelato. Respinto al mittente. Bene,
a tutto c’è un limite.
Seconda bella notizia: il ministro ha firmato la nomina del vostro Anfitrione a
presidente dell’Isia (Istituto Superiore per le Industrie Artistiche) di Urbino,
uno dei gioielli del nostro sistema accademico. Da quelle parti credo di avere
lasciato buoni ricordi come sottosegretario all’Università con delega, fra l’altro,
ad accademie e conservatori. Prima mi chiesero i rappresentanti degli studenti
di candidarmi a presidente dell’Accademia di Carrara, poi quelli dei docenti di
candidarmi a presidente dell’Accademia di Belle Arti di Napoli. Ma la Gelmini
disse no tutt’e due le volte. Ora la proposta è stata approvata e ne sono
orgoglioso. L’Isia di Urbino è luogo di genio e di arte pura, so che non
resisterò alla passione.
Terza bella notizia: la denuncia di Benedetto XVI contro il rischio che venga
deturpato il volto della Chiesa. Personalmente l’ho sempre detto: non avevo mai
visto in vita mia una chiesa così simoniaca, così disposta a vendere le sue
grazie e i suoi voti a chiunque le desse un pugno di dollari per scuole private
e altri usi, fosse anche il capo del governo più pagano e più lontano dagli
insegnamenti evangelici mai passato da queste parti. Sempre più mi convinco,
dopo lo choc iniziale, che il papa abbia dato le dimissioni non per malattia
(quella l’avrebbe sopportata) ma per disgusto. Non eravamo dunque anticlericali
a vedere quel che scandalizzava qualsiasi onesto credente.
Quarta bella notizia: la fine di Formigoni. Trovavo incredibile che potesse
continuare a sentenziare a destra e a manca con quello che montava su di lui.
Andrò oltre. Trovo più grave che un governatore sia mantenuto per anni da un
tangentista senza usare una volta il proprio bancomat, rispetto all’idea che
prenda una tangente e con quella campi poi da pascià. Il modello Formigoni
prevede infatti una dipendenza continua e quotidiana dal tangentista, uno stato
di soggezione permanente: per le vacanze e per lo champagne, per i vestiti e
per i cosmetici (!!!). Noto che Formigoni ha consumato solo da Sadler,
ristorante di lusso milanese, quattro stipendi annuali netti di un professore
universitario.
Quinta bella notizia: giusto il 25 aprile io medesimo e Martina Panzarasa
saremo a Oxford per presentare “Buccinasco”. Intanto ci troviamo alle 10.30 di
stamattina per presentarlo al centro Falcone-Borsellino di Paderno Dugnano con
Piero Grasso. Mi raccomando: festa di popolo antimafia.
 

 

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