La gloriosa battaglia del generale Inverno. E la frase infame di B.

 

Ho un sogno: Ambrosoli (Umberto per gli estranei) alla guida
della Regione Lombardia. Ho scritto oggi sul “Fatto” che la sua eventuale
vittoria avrebbe, fatte le proporzioni, lo stesso sapore della prima vittoria
di Obama. Già. Un nero presidente degli Stati Uniti ha la stessa forza
dirompente di un moralista al Pirellone. Un diverso che va al comando. E quando
sento che ancora si dice “ma come, voti Ambrosoli, un comunista?”, allora in
fede mia vi giuro che colui che lo dice è un mascalzone. Uno che sa di dire il
falso solo per non doversi vergognare davanti allo specchio di rivotare un
sistema di potere che ha portato la ‘ndrangheta ai vertici delle istituzioni e
delle celebri “eccellenze” lombarde. Meno male che con noi combatte
valorosamente il Generale Inverno. Nevica e un po’ di pigri berlusconiani o
leghisti delle valli non avranno voglia di andare a votare. Il Generale ha
battuto Napoleone e volete che non possa battere Maroni? Facciamo gli
scongiuri, lo so. Ma l’abisso tra Ambrosoli e i suoi predecessori è tale che
non mi sembra nemmeno di fare una scelta politica. Mi sembra una scelta civile,
umana, antropologica. Se rivedo i filmati di quel mantenuto a colpi di yacht,
ristoranti, champagne, località di lusso, di quel “presidente” che non tira
fuori neanche per sbaglio un bancomat, e penso alla pulizia di Ambrosoli mi
pare che tutto debba essere senza partita, anche se la gente è quella che è. E,
giusto per chiosare, mi pare che Formigoni potrebbe avere almeno un briciolo di
senso del pudore e gridare “no, i cosmetici per la faccia erano per la mia
amante”; sarebbe più decente così, in fondo.
Grillo intanto fa sfracelli. Secondo partito d’Italia, molto probabilmente, e
forse, così annuso, primo partito in qualche regione. Così va a finire quando
ci si trova tutti avvinti a difendere il porcellum pur di tornare in parlamento
senza sottoporsi al giudizio dei cittadini. Stiamo assistendo, temo, a un
grande suicidio politico. E che dire di B.? Che dire di quella frase infame
sulla magistratura che “è una mafia ancora peggiore di quella siciliana”?
Amici, questo tipo è stato liberamente scelto per anni dagli italiani per
governarli. Uno che pensa (ma rifletteteci!) che la legge sia o terrorismo o mafia.
Ho ammirato quelle tre giovani donne che lo hanno contestato senza smettere mai
di urlare, neanche inchiodate a terra, neanche dall’interno delle auto dei
carabinieri. Anch’io non ne posso più di sentire dire queste scempiaggini. E
spero nello sbriciolamento per indecorosa sconfitta di questa incredibile
armata messa insieme dalla nostra storia più profonda e inconfessabile.
Basta. Ora torniamo al lavoro. E mi raccomando: tutti a Firenze il 16 marzo per
la giornata nazionale della memoria e dell’impegno di Libera!!

 

Leave a Reply

Next ArticleElena. Una biologa e la sua battaglia contro la danza infelice