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Le riforme di Franceschini…Civitanova e l’autogoverno
Un governo con B. Naturalmente un “governo di transizione
per fare le riforme”. Franceschini dixit. Eccolo qui, come dicevo in altro
post, l’equilibrio del terrore. Nessuno ha il coraggio di tornare al voto.
Nessuno ha il coraggio (e Grillo men che meno) di dare un governo decente al
paese. Il progetto di Franceschini (eletto sempre per collegio sicuro o per
lista bloccata) dà un senso di vertigine. Al ribasso. Ma dico: quali riforme?
In quanto tempo? E per caso c’è messa in mezzo anche quella elettorale, ossia
la presa in giro più colossale che il sistema politico abbia prodotto negli
ultimi sette anni (tre elezioni di fila con il porcellum)? Perché non dire
chiaro e tondo l’unica cosa seria, ossia che si reintrodurrà il collegio
uninominale com’era prima, così non ci immagineremo plotoncini di senza-lavoro
che si industriano a fare una riforma che salvi prima di tutto il loro posto in
parlamento? Che pena, una volta i governi servivano a fare le riforme, ora le
riforme servono a fare i governi (di transizione…). Intanto accade quel che è
accaduto a Civitanova. I tre suicidi però, amici cari, parlano anche a noi,
perché un tessuto sociale fatto di persone che si guardano in faccia, che si
chiamano per nome, che solidarizzano tra loro, evita sia la vergogna sia la
disperazione. Ma è ben vero che parlano soprattutto a chi dovrebbe fare il
governo decente e non lo fa. E allora vi dico che è il momento dell’autogoverno:
dalle direzione ministeriali alle università, dai comuni alle aziende, dalle
associazioni alle professioni. Cogliamo al volo l’occasione per prenderci le
nostre responsabilità, perché non è vero che c’è sempre bisogno delle leggi per
fare andare meglio una società. E anche il parlamento faccia le sue leggi
indispensabili, senza aspettare i governi: subito i soldi alle imprese in
credito con la pubblica amministrazione e subito la libera disponibilità dei
loro soldi per i comuni virtuosi che hanno liquidità in banca. Solo un governo
di cinici dementi poteva impedire ai comuni, in una situazione di crisi come
questa, di spendere i soldi in loro possesso. Quindici o ventimila euro danno
fiato a un’impresina per qualche mese, basta un piccolo lavoro pubblico, un
piccolo servizio, e campano due persone, che a loro volta mettono in
circolazione altro denaro. Figurarsi quando a essere bloccati sono milioni e
milioni di euro. I comuni chiedono di sbloccarli da anni. Ci sarà qualcuno
capace di ascoltarli? E’ come se a una famiglia che è alla canna del gas
qualcuno congelasse il conto corrente in banca, impedendole di prendere lì i
soldi per sfamarsi…
Loro invece vogliono “fare le riforme”…Mah… Sono di ritorno dal “festivalegalità”
di Mestre, organizzato con la consulenza del grande maestro elementare Alex
Corlazzoli. Clima delizioso. Un bel mix di leggi, giustizia, cibi biologici, e
birra, tanta birra. Senza birra è l’Inter, invece, e mi chiedo chi e perché
abbia scelto certi nomi improbabili per rifare la squadra. Massimo, ti prego,
fammi fare il presidente solo per un giorno, e faccio quello che tu non puoi
fare…Domani (cioè oggi) inizia il corso base di Sociologia della criminalità
organizzata. Che bello, siamo alla quinta edizione. Iniziai sotto una tormenta
di neve nel gennaio del 2009…
Nando
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