Il Quirinale e il suicidio della Casta. Prove tecniche di eutanasia Pd

 

Vilfredo Pareto lo chiamava il suicidio delle aristocrazie.
Lo ricordo sempre nei dibattiti. E me lo ricordo sempre quando vedo la classe
politica del Paese accumulare senza incertezze le scelte che la porteranno alla
perdizione. Ci dev’essere davvero qualcosa di scientifico e di ineluttabile
nella legge del suicidio. Pensavo che il trionfo dei grillini costringesse il
Pd a rinsavire, a rimettersi in contatto con la realtà sociale. Invece niente.
Basta vedere l’elenco dei possibili presidenti della Repubblica per restare
sconcertati, talora inorridire. Ma davvero ancora non lo si è capito? Che cosa
vuol dire “candidati che uniscano”? Ma che uniscano chi? Bisogna mettersi d’accordo
con chi disprezza la legge e pensa di potersene mettere al di sopra? E’ così che
si fa un presidente della Repubblica? E che vuole dire candidati “divisivi”?
Che non piacciono a chi si fa beffe della Costituzione? Ma ben vengano, vuol
dire che presidiano meglio la Costituzione, che è poi il compito precipuo (o
no?) di un presidente della Repubblica. Mi sa che un po’ di casta (non riesco,
gramscianamente, a chiamarli “dirigenti”) si è bevuta il cervello. Pensa che
anche se i voti sono crollati, basta stringersi a coorte, e serrare le file a
difesa dell’indifendibile. Non capisce che entro due anni tutto crollerà e che
a quel punto il Pd si prenderà un ricco 12 per cento. Crescerà Grillo, che
almeno propone Rodotà, Bonino, Prodi o Caselli o Zagrebelsky (Imposimato mi
sembra un po’ cammellato: o non era lui che tirava di sciabola contro il pool
di Mani Pulite?). Ma non solo. Io che non so fare politica ma ne capisco, qui
vi dico che se il Pd ci regalerà quei presidenti della Repubblica, nascerà un’altra
cosa a sinistra. E questa volta non sarà “Rivoluzione civile” con i rimasugli
di comunisti e verdi. Ma qualcosa di assai più pensato e credibile.
Intanto il Paese va avanti. Ho partecipato alla nascita del master per la
gestione dei beni confiscati alla Federico II di Napoli. Giuro: è un’emozione
parlare nell’aula di biologia del Vanvitelli e lì essere accolti con calore per
le cose che si raccontano sull’esperienza antimafia dell’università milanese e
sul fuoco grande che l’alimenta. Un’emozione uscire nei giardini babilonesi e
poi vedere Capri dalla finestra del Dipartimento. Ma è un’emozione anche vedere
la scuola media di Avellino “L. Perna- Dante Alighieri”, girarne le classi dell’infanzia
(me li sarei mangiati tutti!) e poi vedere le ragazzine delle medie inferiori
mettere in scena “Le Ribelli”, vestite di nero come lo erano le madri di Salvatore
Carnevale e di Peppino Impastato. Un’emozione chiudere a Milano il corso
post-laurea in Scenari internazionali della criminalità organizzata e sentirsi
chiedere dagli allievi “e ora che si fa ancora insieme?”Strologano sui
candidati “condivisi”, ma la crisi macina le famiglie e al tempo stesso cose
belle sorgono ogni giorno. Difficile interpretare lo spirito dei tempi…
Trovata benissimo Doretta: i gracchi non si smentiscono mai. Lo pensa anche la
biondina, e perciò si tratta di un’affermazione “condivisa”. E ora buona notte.
Che siano stelle condivise…

 

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