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Il pettirosso e il ministro dell’agricoltura. E una borsa vuota…
Nel college Nuffield, a Oxford, c’erano i pettirossi. Con il
petto tutto rosso. Meraviglioso sprazzo di poesia che ha tinto tutta la
settimana (e più) di silenzio di questo blog, troppo dipendente dai tempi del
suo anfitrione. Quante cose… La presentazione oxfordiana di “Buccinasco”, con
suggerimento dei titolati colleghi: “Ma perché non scrivete un saggio sulle
reazioni dell’amministrazione e del paese al libro? Sarebbe interessantissimo”.
Già, sarà fatto. Poi Londra rivisitata dopo trentanove (!!) anni, ci ero vissuto sei mesi nel ‘74. L’ho trovata
bellissima, capace di dare nostalgia ma anche di stupire con i suoi nuovi ardimenti
architettonici. O con la sua pretesa di far pagare 16 sterline a cranio per
entrare a visitare Saint Paul, chiesa come ne abbiamo a migliaia e di molto più
belle, da Roma a Trapani a Trento. Rifiutato d’istinto. Con ulteriore
indignazione per la sproporzione: sulla riva di fronte del Tamigi le opere
complete di Shakespeare, su magnifico librone rilegato, costavano 25 sterline.
E la scoperta di Camden Town, prodigio umano e sociologico nel nord della
città. Naturalmente parlata italiana dappertutto, del tutto dominante (direi
arrembante) a Piccadilly e meno invasiva in periferia, dove l’italiano medio si
fa ventenne o trentenne.
Durante il viaggio, arrivano le notizie sulla borsa del generale. Ritrovata
vuota, nei sotterranei del tribunale di Palermo. Ecco un altro pezzo di verità,
anche se con addosso il suo mistero. C’erano dentro documenti investigativi,
come pure sotto il sedile di guida dell’auto.
Anzi, quando venne colpito, il generale-prefetto teneva la borsa sulle gambe.
Non ce l’avevano mai detto. Dunque il generale lavorava, indagava, non passò
tre mesi a Palermo andando due volte nelle scuole e incontrando rappresentanze
di cittadini. Incredibile che in trent’anni siano riusciti a trasformarlo quasi
in un nullafacente spiegando e rispiegando che le ragioni politiche del delitto
erano le carte di Moro. Che paese indecente, dove vengono montati misteri inesistenti
(e da tutti prontamente inseguiti) per nascondere i misteri veri (e da nessuno nemmeno sospettati).
Chi era coinvolto in quelle indagini, così potente da mobilitare a suo
piacimento i servizi segreti? Non ci sono molte risposte possibili.
Il governo, infine. Mi sembra nasca esausto. Temo che la promessa di Letta di
andarsene tra un anno e mezzo se non potrà lavorare sul programma annunciato
verrà ripresa dagli archivi per ricordargliela con sarcasmo. Ha fatto ministri,
contro sua volontà, immagino, alcuni impresentabili. Tra questi Alfano, certo.
Ma anche (e in questo caso non contro la sua volontà) Nunzia De Girolamo, la
moglie di Francesco Boccia, suo amico inseparabile, lei Pdl lui Pd. Ministro dell’agricoltura…Il
senso estetico stavolta non è fatto sola dall’avvenenza dell’interessata. Conta
più questo acre odor di Banfield (per i non-sociologi: fu autore del celebre “Le
basi morali della società arretrata”, e ideatore del “familismo amorale”, a
proposito della nostra Italia meridionale). Quanto all’abolizione dell’Imu,
basta con le panzane berlusconiane…
Pippo Civati e Davide Mattiello unici nel Pd a non dare la fiducia. Un giorno
verranno ricordati con onore.
Nando
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