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E noi parliamo di corruzione (domattina in Statale). Con qualche domanda sui pazzi solitari
Visto e preso atto. Il nuovo governo non ha annunciato tra i
suoi progetti di prima fila né la lotta alla mafia né la lotta alla corruzione.
Niente di nuovo sotto il sole. Sarebbe stato strano il contrario. E devo essere
sincero: se anche fosse stata annunciata da un governo siffatto una lotta senza
quartiere contro la mafia, mi sarei chiesto come fosse possibile crederci. Il
Pd non è mai stato capace di redimere i peccatori, anche se i suoi elettori lo
pensano sempre (“ora ci siamo noi, li controlliamo, ci faremo sentire, e che è mai
questo disfattismo?”). Non venne redento l’Andreotti della solidarietà
nazionale. E nemmeno il B. della Bicamerale. E nemmeno il Psi di Tangentopoli.
Perciò facciamo il più possibile con le nostre forze. Domani mattina alle 10
all’università Statale di Milano andranno in onda i dialoghi dell’ “Espresso”
sulla corruzione. Presenti, per l’Espresso, Bruno Manfellotto e Gianluca Di Feo;
per la Statale il rettore Gianluca Vago e il sottoscritto; per la razza
antropologicamente diversa Piercamillo Davigo e Alfredo Robledo. Credo che non
sentirete stupidaggini.
Una stupidaggine, con tutto il rispetto, mi sembra invece questa storia sempreverde
degli attentatori isolati, dei “pazzi” che agiscono da soli, e perfettamente
soli vanno a uccidere. Saranno pazzi ma il bersaglio e il momento sono sempre
scelti con lucidità da strateghi. Come Pallante che spara a Togliatti (ho visto
recentemente su un libro delle foto che smentiscono senza dubbi che fosse un
solitario). O come l’ “anarchico” Bertoli che tira bombe contro la questura di
Milano. Od Oswald che uccide Kennedy, e poi quello che uccide Oswald. Ah,
quanti utili pazzi che ci sono in circolazione. Intendiamoci, qualche volta ci
sono davvero. Ma io ancora non ci credo per la scuola Morvillo di Brindisi. E
ho seri dubbi anche su Preiti. L’arma, intanto: come l’ha avuta? Dice di averla
comprata al famoso “mercato nero di Alessandria”, dove, come sappiamo, tutti
possiamo comprare le armi; già, lì, al “mercato nero di Alessandria” è come per
i pacchetti di sigarette. Ma i suoi dicono che quando abitava ad Alessandria
era una persona normale. E allora perché doveva comprarsi una pistola? Rosarno non
c’entra niente? Io vedo un muratore (edilizia, edilizia, chi la governa?…)
indebitato con il videopoker, chissà se usurato, a cui si può far fare
qualunque cosa. Perché un disperato
spara sui carabinieri e non (non sto incitando nessuno, sia chiaro) su un
politico? Davvero si va davanti a Palazzo Chigi per sparare su due carabinieri,
che se ne trovano in tutta Italia? O quei due carabinieri nel giorno del
giuramento del nuovo governo vogliono dire qualcosa? Meglio loro che un
politico perché -è la storia d’Italia che lo dice- se colpisci un agente o un
carabiniere non succede niente (però il messaggio arriva!) mentre se colpisci
un politico di primo piano si scatena la reazione e te la vedi brutta, altro
che la storia del muratore pazzo di Rosarno? Non ne sono sicuro, ovviamente.
Può essere narcisismo omicida, può essere tutto. Ma appunto: può essere tutto.
Nando
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