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La Signora Agnese
La signora Agnese, che io non ho mai chiamato “Agnese”…Perché
mi ispirava troppo rispetto, con la sua statura minuta, la sua voce sottile, la
sua pettinatura curata che provavano a nascondere, invano, un dolore senza
misura. La signora Agnese che la storia risucchiò, come in un vortice spietato,
verso un giorno di luglio del 1992. La signora Agnese che passeggiava sotto
braccio al marito come in un’immagine di sillabario, di quelli che si usavano
una volta per educare i bambini al bello e al giusto. La signora Agnese se ne è
andata. E quando l’ho saputo ieri a mezzogiorno al seminario tenuto a
Castiglione delle Stiviere da Libera Lombardia, ho fatto fatica a fermare il
pianto, come se avessi l’impulso di completare quello che mi inchiodò per dieci
minuti il viso a una cabina telefonica quel 19 luglio all’aeroporto di Bologna.
Se ne è andata una signora a cui dobbiamo tantissimo. Moglie coraggiosa prima e
dopo, non schiantata da quell’insostenibile pesantezza della vita che sceglie a
caso le sue vittime. Testimone dei segreti del marito, riservata ma decisa a
offrire le sue memorie ai magistrati che gliele chiedevano, posso solo
lontanamente immaginarne la sofferenza accumulata negli anni, compresa quella
per una sentenza passata in giudicato che si è dimostrata certificare il falso.
La trattativa, il depistaggio, i misteri inconfessabili, un film dell’orrore,
di cui non chiese di essere attrice protagonista, ma in cui fu costretta a
stare fino all’ultimo. A lei l’affetto, grande e deferente, di questo blog e,
immagino, dei suoi visitatori. Alla sua famiglia un abbraccio che viene da lontano.
Nando
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