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Pensierini: tra la rete e le curve, tra i consigli regionali e i tribunali
Pensierini sparsi. Intanto lode a Stefano Disegni per una
spettacolare striscia sul “Fatto”. Finalmente un tipo mite e gentile si ribella
al mito-tabù della rete e si produce in una splendida e disperata invettiva
contro colui che se ne erge a oracolo. La rete che dà la possibilità di piantare
scemenze nel cosmo a persone che mai nessuno ascolterebbe, che promuove a
opinionisti i più fessi o disturbati in circolazione autorizzandoli a vomitare
su persone per bene o indifese. Non ditelo a me che la rete serve. Non ditelo a
me, che ricordo bene le difficoltà di organizzare o far sapere di
manifestazioni antimafia quando i giornali aprivano e chiudevano il rubinetto delle
informazioni a loro piacimento, e magari te le negavano per antipatia
personale. Ma ho goduto lo stesso quando ho letto la striscia. Sempre più mi
rendo conto che, con gli accessi riservati agli amici, ho difeso questo blog da
una massa di volgarità e di demenze infinita. Avrò perso cose preziose per me
ma non ho incoraggiato l’incanaglimento del sistema. O la libera circolazione
delle panzane. Pensate che grazie alla rete in nemmeno 24 ore due studenti
(senza loro colpa, evidentemente) in due situazioni diverse mi hanno citato
opinioni di tal magistrato Paolo Ferraro (su massonerie e poteri occulti) che per
loro erano di riferimento. Siccome non avevo mai sentito parlare di questo
signore, sono andato a vedere, sulla rete ovviamente…. Così ho scoperto che il
Csm anni fa chiese per lui misure di assistenza psichiatrica (amministratore di
sostegno) perché sosteneva che in sua assenza nella propria abitazione si svolgevano
messe sataniche con riti sessuali su bambini; e che di questi abusivi convegni era
vittima, sotto ipnosi, anche la sua compagna. E che, naturalmente, tutto questo
faceva parte di un progetto della Cia. Ecco, la rete…Come sempre, arrivano le tecnologie
e poi le culture ne fanno quel che vogliono e possono.
Secondo pensierino. Bravo Ambrosoli (che dopo la sconfitta ha smesso di essere “Umberto”
per gli estranei). Bravo a essere uscito dall’aula del consiglio regionale
lombardo durante la commemorazione di Andreotti (che dell’avvocato Giorgio
Ambrosoli aveva detto che “se l’era un po’ cercata”). Meno bravi gli altri
consiglieri regionali che non sono usciti e l’hanno lasciato solo, come se
fosse una sua questione personale. Questo intendo dire quando ammonisco che non
basta più essere persone oneste, ci vuole anche il sangue del combattente. Meglio
le curve di Torino (foto di Falcone e Borsellino) e di Palermo (“Andreotti: una
vita contro lo Stato”).
Quanto alle manifestazioni di B. contro i giudici, bisognerà che, se si
presenteranno davanti ai tribunali i sovversivi dell’impunità, qualcuno gli
organizzi delle contromanifestazioni. C’è un limite a ogni indecenza. Anche in
un paese indecente.
Nando
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