Ricky il mago del computer: tra due banche e cinque stelle

 

Il Fatto Quotidiano, 9.6.13

A volte ritornano. Anche i protagonisti di queste “Storie
italiane”, magari per la famigerata serie delle “vendette”. E’ il caso di Ricky
il mago del computer. A compiere la vendetta, con la sua soave impersonalità, è
il classico sistema dei “poteri forti”, vedi alla voce banche. Lo stesso che
lui ha denunciato per anni con entusiasmo contagioso e che ora gli ha tolto i
sonni e l’allegria. Il mago del computer è un signore cinquantenne, al secolo
Riccardo Cazzola, che aveva un negozietto da artigiano vicino a Porta Romana a
Milano. “Il Fatto” se ne occupò nel settembre del 2011. Aveva qualcosa di naif  la storia di questo attempato ragazzone che con
gli occhi scintillanti da scugnizzo accoglieva i clienti tra poster di Beppe
Grillo e proclami contro le nequizie del sistema. E che ai clienti più
affezionati raccontava con orgoglio di avere organizzato lo streaming per il comizio del suo eroe; o
come si stava organizzando a botte di collegamenti in rete l’esercito
brulicante dei 5 Stelle.
Poi la crisi. Dura, sempre più dura. Il mago cerca di difendersi offrendo
servizi tutto compreso. Ma un po’ di clienti iniziano a non pagare, altri si
diradano. Le conoscenze informatiche, d’altronde, sono sempre più diffuse. Si
alza il consumo dei beni, si riduce quello di consulenze. E siccome la crisi
non livella affatto, ecco l’aumento dell’affitto del negozio. Ricky resiste un
po’, poi non ce la fa più e getta la spugna. Quel negozietto che aveva
trasformato in un piccolo avamposto della rivoluzione grillina e che gli aveva
dato fama e soddisfazioni, chiude. Nel frattempo però è andato in rosso di
diecimila euro con la sua banca, un nome dalla storia gloriosa ma da un po’ di
tempo simbolo della finanza d’avventura e dei rapporti perversi tra politica e
credito: il Monte dei Paschi di Siena. Ci ha fatto un fido cassa, ed è stata l’
ultima speranza di battere le difficoltà di mercato. E come non bastasse c’è un’altra
banca che gli rannuvola i sogni, l’Unicredit: un mutuo per la casa ancora da
chiudere, gli mancano tre anni.
“Mi sto rendendo conto che a 54 anni sono uno pseudo- esodato: non più buono
per il lavoro e troppo giovane per la pensione. Tra poco probabilmente le due
banche, una per il residuo del mutuo di 15.000 euro e l’altra per il fido
(ingrossato di duemila euro per gli interessi), faranno ingiunzione. E dopo il passaggio
alla centrale rischi è quasi certo che si arriverà al pignoramento o alla messa
all’asta della mia abitazione. Quanto è grande? Si figuri, 35 mq a San Donato
Milanese, dove vivo da circa tredici anni e per i quali ho già pagato le rate
per dieci. Ho sperato invano che i miei vecchi clienti non mi abbandonassero, ma
con la chiusura del negozio è rimasto solo uno sparuto gruppo che mi ha
permesso di sopravvivere e di non andare al ‘Pane Quotidiano’. Le provo tutte, sa,
ma ormai la vedo nera”.
Per questo il mago ha immaginato un’iniziativa disperata. Ha messo in rete
sotto la voce facebook Riccardo Cazzola “salva un cittadino italiano in
difficoltà” una richiesta di donazione di una cifra libera. Dice che basterebbero
cinquemila persone a cinque euro l’una, che solo così potrebbe salvare la sua mini-casa,
e rivedi nel lampo di speranza la stessa ingenuità che gli avevi conosciuto
quando (era solo due anni fa) sognava il “movimento” vincere le elezioni. Immagina
perfino di andare oltre la somma necessaria, nel qual caso assicura che
verserebbe tutto in beneficenza alla Banca Etica. “Non si sa mai.. Però, dico
io, è da tempo che si parla di reddito di cittadinanza , ogni giorno lo si
sente sulla bocca di quasi tutti i politici , gli stessi che con le loro
lentezze burocratiche fan sì che quelli come me perdano la casa e vadano a vivere
in auto in un box o sotto ad un ponte. Ma non chiamate questa mia richiesta
d’aiuto una catena di Sant’Antonio. Facebook è il mio mondo, la rete pure.
Ho consegnato ai consiglieri del Movimento 5 Stelle della Regione Lombardia il
testo di una mozione per sensibilizzare le banche a un rinvio di diciotto mesi
dei pagamenti per chi è in grave difficoltà nel versamento delle rate sulla
prima casa. C’è già un accordo per i lavoratori dipendenti. Perché gli
artigiani e i commercianti no?”. Di nuovo l’ingenuità: “Attendo con ansia il giorno in cui presenteranno
la mozione!”
Già, le banche contro cui si è scatenato Beppe Grillo. Il Montepaschi che non
si sa quanti soldi ha buttato in operazioni ardite e che ancora martedì scorso
gli ha negato una transazione amichevole su poche migliaia di euro, perché “Lei
ha una casa”. L’uomo del computer sembra un lupo braccato.

 

In fondo anche le rivoluzioni, come le crisi, hanno le loro ingiustizie. Il movimento a cui Ricky il mago ha dedicato il suo tempo libero e il suo sapere è stato intanto protagonista di un autentico tsunami politico. Efficace o meno nel produrre cambiamenti, di certo ha raggiunto posizioni di potere e di prestigio e ha perfino scoperto di avere troppi soldi a disposizione: diarie, scontrini, cifre lorde e cifre nette. Se ne discute da mesi. Intanto uno degli alfieri milanesi del movimento ha chiuso il negozio, è senza lavoro e rischia di trovarsi senza casa. Chissà che non ci possa essere una strada più efficace di un appello su facebook. E se non riesce a suscitarlo lui, uno scatto di solidarietà, che razza di mago è?

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