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Fabrizio Miccoli, Falcone e il vero “fango”. E Prandelli. E i delitti “per disperazione”…
Fabrizio Miccoli, lo sai dove te ne devi andare? Sai qual è
il tuo posto dopo che hai catturato la simpatia dei gonzi come me, inteneriti
nel vederti piccolo, tozzo e pure scuro fare gol magistrali, veleggiare senza
santi protettori tra i lidi della serie A, quasi impresentabile all’estetica
delle grandi squadre, tanto che la Juve ti ebbe in rigetto? Sai che devi fare
dopo che ti abbiamo sentito (meglio: letto) trescare con pezzi di mafiosi
imparentati con Messina Denaro, dopo che abbiamo saputo che davi del “fango” a
Giovanni Falcone, un uomo che tu non potresti nominare nemmeno dopo esserti
sciacquato cento volte la bocca con l’aceto? Fabrizio Miccoli: ma lo sai tu chi
sei, lo sai che cosa sei davvero, tu che hai dato e ridato del “fango” a
Falcone ma giocavi le partite del cuore (buffoni!!) dedicando i tuoi gol a
Falcone e Borsellino? Lo sai che provo più comprensione per un mafioso che per
te? Hai avuto la fortuna di vivere giocando a pallone, di guadagnare bene
praticando lo sport più bello al mondo, e restituisci alla gente le tue fortune
schierandoti con chi semina sangue e droga, mescolandoti con la feccia,
parlando il suo linguaggio senza nemmeno l’alibi di avere visto colpito il tuo
potere o condannato qualche tuo parente grazie alle indagini e alla tenacia di
quel magistrato al quale non saresti nemmeno degno di lucidare le scarpe.
Vergognati, sparisci; oggi sono felice che la nostra nazionale non sia stata
disonorata troppe volte dalle tue convocazioni. E ora basta. Non vali più di
queste righe.
C’è un uomo che ti vale un milione di volte e che si chiama Cesare Prandelli
che ieri ha fatto giocare non male, contro il Brasile, una nazionale debole di
suo e per giunta priva di Pirlo e di De Rossi; e con un arbitro che
evidentemente sapeva bene che il Brasile doveva vincere, con quello che sta
succedendo fuori dagli stadi. Una ragione certo più nobile di quella che portò
il narcotrafficante Moreno a farci perdere contro la Corea nel 2002. Ma insomma
gli episodi incredibili sono stati tanti. Il che non annulla le imbarcate della
difesa italiana. Così, cari blogghisti, parlò il saggio che voleva laurearsi in
scienze calcistiche.
Intanto c’è un fenomeno che mi inquieta assai. Ed è questa esplosione di
delitti, di stragi, compiuti contro le persone “amate”. Ma ci avete fatto caso?
“Uccide moglie e figli. Poi si spara”. Dice che è la disperazione. Ma perché
non si spara lui da solo?, mi chiedo. Ma chi dà il diritto a qualcuno di
uccidere degli innocenti e di pensare di assolversi con un suicidio successivo? E che cosa vuol dire questo
stillicidio di donne uccise (mogli, fidanzate, concupite, ragazzine
inconsapevoli, professoresse indisponibili)? Ma è possibile che più sancisci
diritti delle donne, più voti indirizzi e delibere in ogni sede, più sono
costrette a fare figli a quarant’anni (colloqui di lavoro: pensa di sposarsi?),
più vengono condannate a morte se credono davvero di potere essere libere? Il
mondo fissa princìpi e poi li violenta, non si sa mai che progredisca
troppo…Che malinconia, amici cari. Ma se volete rifarvi, leggete pure qui
accanto. Ne vale la pena.
Nando
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