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La disfida di Sedriano. Il Signor Sindaco e la “piccola” cronista.
Il Fatto Quotidiano, 30.6.13
E dai e dai, sta diventando un fatto nazionale.
Si chiama la disfida di Sedriano. Perché hai voglia a minimizzare, a
ridicolizzare, a intimare, convinto che il potere governi il mondo. Alla fine
le cose scoppiano in mano. E la pulzella che immaginavi di toglierti di torno
con un soffio te la ritrovi ancora lì a chiederti conto di quel che fai come
primo cittadino. Accade a qualche chilometro da Milano, nei pressi di Magenta.
I principali attori e interpreti sono due. Un uomo e una donna, come nei
migliori copioni. Lui è il sindaco di Sedriano, Alfredo Celeste, arrestato per
corruzione, già messo agli arresti domiciliari per tre mesi, in attesa di
processo, ma che rivendica la libertà ritrovata come prova della propria
innocenza. Lei è una giovanissima cascata di riccioli bruni: Ester Castano, 22
anni, la classica cittadina senza potere, ma con il pallino del giornalismo dalla
schiena diritta e la voglia di praticarlo in una testata locale, “Altomilanese”.
Di Ester qualcuno avrà già sentito parlare. E’ apparsa mesi fa su qualche
giornale e tivù, fugace passaggio per rendere onore a una battaglia di
periferia che lei continua a combattere con soave impertinenza.
Tanto da diventare il bersaglio prediletto del sarcasmo e dei rancori del
Palazzo locale. Un Palazzo che non ama molto mettere in piazza quello che fa.
Da cui si fanno telefonate imbarazzanti per chiedere a un presunto boss di
organizzare un bel servizio d’ordine di giovanotti calabresi a tutela di Nicole
Minetti, chiamata fra le proteste a dare lustro alla politica locale. Un Palazzo
in cui Ester è stata talora invitata dagli scranni istituzionali a uscire dal
consiglio comunale. Eppure quella che all’inizio appariva solo una studentessa
di lettere perditempo, ha quasi anticipato i tempi con le sue denunce. “Oggi il
comune di Sedriano se la deve vedere con la commissione d’accesso, ed entro il
9 luglio il prefetto di Milano dovrà pronunciarsi se procedere o meno allo
scioglimento del consiglio comunale per infiltrazione mafiosa”. Già, il sindaco è finito in un’inchiesta
giudiziaria, accusato di avere favorito con i suoi uffici il presunto boss
Eugenio Costantino e il grande collettore di voti Silvio Scalambra, medico
pavese, rispettivamente padre e marito di due consigliere comunali. Sullo
sfondo, come non bastasse, l’inchiesta Zambetti, i voti comprati alla
‘ndrangheta, la vicenda che ha schiantato la Regione Lombardia di Roberto Formigoni.
Non poco, nemmeno per un hinterland ovest dove i rapporti tra politica e clan
hanno da lungo tempo qualcosa di sistemico e vischioso. “Dove ho iniziato a
fare giornalismo? Ho lavorato un po’ per tutte le testate locali. Pensi che per
una tivù ho fatto trentasei servizi per ricevere cinquanta euro. No, il nome
non glielo dico, se no gli faccio pubblicità”.
Educata, l’aria trasognata, ma in realtà metà Biancaneve metà tenente Colombo,
Ester è oggi sotto attacco. Accade a Sedriano quello che accadde un quarto di
secolo fa con i professionisti dell’antimafia, specie sconosciuta venuta a
turbare la quiete di un potere di ferro e gelatina. Riferendosi a lei e al suo direttore
Ersilio Mattioni, un recente comunicato stampa del Comune annuncia che i
reprobi saranno presto chiamati a fare i conti con la legge, dopo la querela
del sindaco. “Del loro cosiddetto giornalismo d’inchiesta daranno conto in
Tribunale, nonostante la cronica lentezza della giustizia. Sì, (…) dovranno
rispondere davanti ai giudici delle loro inchieste giornalistiche d’assalto,
che evidentemente per i magistrati sono andati aldilà del mero esercizio del
diritto di cronaca”. E gongolando: “La Procura della Repubblica di Biella (sede
della tipografia; nda) ha fissato per il 18 dicembre prossimo l’udienza
preliminare in cui i due cronisti dovranno comparire, a piede libero, davanti
ai giudici per difendersi dall’accusa di diffamazione”.
Ester non ci sta. “Parlano di ‘persistenti virulenti gratuiti attacchi contro l’amministrazione comunale’ ma in realtà abbiamo sempre cercato di fare critiche documentate. Pensi che ormai quando vado a parlare in incontri pubblici mandano qualcuno a registrare e se poi dico qualcosa di scomodo passano a fare pressioni su chi mi ha invitato, è capitato perfino con l’Anpi di Vittuone, alla quale erano state minacciate ritorsioni per il 25 aprile. Che cosa ne penso? Che in effetti è un po’ fastidioso”. L’operazione rovesciamento dei ruoli è in pieno svolgimento. Sentite ancora i comunicati ufficiali: “Per Castano i guai giudiziari valgono la notorietà e (forse) una luminosa carriera giornalistica. In una società liquida come la nostra, che ha sempre bisogno di novità e protagonisti veri o di cartapesta per funzionare, è riuscita (…) a farsi accreditare come una sorta di ‘eroina’ dell’antimafia, come una cronista che ha scoperto la mafia (immaginaria) a Sedriano, come una pulzella che senza macchia e senza paura ha svelato i favolosi intrecci fra mafia e politica (…). Una giornalista in servizio effettivo permanente della verità (…) prontamente e acriticamente promossa sul campo dal circuito mediatico, che ha bisogno di eroi veri o fasulli per farsi perdonare le sue disattenzioni”.
Ecco sì, dimentichiamo Zambetti, i clan, gli interessi edili, gli affari e mettiamo Ester sul banco degli imputati. Però, diciamolo: che bello che una ragazza di 22 anni diventi lo spauracchio di questi poteri trionfanti nella Lombardia sfrontata e intessuta di affarismo dei nostri anni. Signori, c’è speranza.
Nando
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