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L’Asinara. Cronache da una rivoluzione
Ragazzi, si parte. Domattina inizia la mitica
spedizione dell’Asinara. Studenti, neolaureati e il vostro Anfitrione. I primi diciassette arriveranno in giornata via
Alghero, gli altri quattro arriveranno lunedì, due pare in canotto. Non sto
nella pelle per la curiosità di vedere l’isola, che mi viene dipinta come un
autentico paradiso terrestre. Ma anche per la voglia di capire come può
funzionare un modello di formazione-vacanza come quello che ci accingiamo a
vivere. E’ come se scorresse sotto la superficie dell’ informazione (ah,
Quagliariello, ah, Fassina, ah, Casaleggio…) un’altra Italia. Che sta
costruendo davvero la storia. L’ho pensato vedendo il campo giovani nazionale
di Libera a Marsala, con quello straordinario potenziale intellettuale e
morale; l’ho pensato ieri sera a Moneglia (vicino Sestri Levante) dove un
piccolo gruppo di colleghi sociologi da anni organizza da anni una tre giorni
sui problemi della società. L’ho pensato anche quando ho saputo della
bellissima manifestazione che è stata organizzata ieri al cimitero di Partanna
in ricordo di Rita Atria e di cui scriverò sul “Fatto” di domani. E vedo altre
cose. Sulla spinta del movimento antimafia (e del presidente della commissione
consiliare antimafia David Gentili) oggi finalmente la targa apposta a Milano a
Villa Reale, nel luogo della strage di vent’anni fa, parla di vittime della
mafia. Prima guai a dirlo, come si fa? Mentre a Bologna cresce la proposta di
intitolare, per il giorno 2 agosto, le vie centrali della città a ciascuna
delle vittime di quell’eccidio per troppi aspetti (quello sì) ancora misterioso
del 1980.
Le larghe intese seminano male e male producono, mi sembra. Certo un dio
bizzoso e perverso sembra avere scientificamente programmato questo scenario
dal quale sembra quasi impossibile uscire. Bisogna dargli un nome. Qualcuno mi
insuffla con buoni argomenti il nome di B., che ai tempi si giocò sapientemente
la carta Bertinotti contro il centrosinistra, facendo del leader di
Rifondazione il primo ospite di Porta a porta. Ci penso, rifletto su
Casaleggio, poi mi dico che in quel dio bizzoso e perverso si annida comunque
anche una moltitudine di cretini che sta portando al suicidio il Pd.
Belle notizie dai Gracchi. Il grande vede con soddisfazione somma l’Ostello
Bello ricevere anche il premio del Gambero rosso, mentre la piccola sta vivendo
il suo esordio come aiuto-regista in un
film del celebre Zoro. L’orgoglio paterno si compiace delle loro gesta. E ora
all’Asinara, da dove riceverete cronache puntuali da schiattare d’invidia. Eh,
l’avreste mai detto che si potesse preparare la rivoluzione antimafiosa
dall’isola delle carceri speciali? Adelante Pedro, con juicio ma non troppo!
Nando
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