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Rai, l’incredibile reality. Decenza e psichiatria. E buone notizie sulle scorte
Poi dice i giovani…Ho appena firmato una petizione messa in
rete da uno studente di farmacia di Parma, Andrea Casale. Il quale si è
giustamente indignato (e tanto!) alla notizia che la Rai ha programmato un
nuovo reality nel sud del Sudan e in Mali per mimare la vita dei rifugiati. Io
trovo raccapricciante, mentalmente, civilmente, umanamente, che quelle tragedie
vengano messe in scena, come pare, da
una variopinta umanità dello spettacolo tra cui spiccherebbe (incredibile!!)
Emanuele Filiberto. Sembra ogni volta di avere toccato il fondo. Alla richiesta
di motivazione per l’adesione alla petizione ho scritto dunque “perché c’è un
limite anche all’indecenza”.
Si tratta di un principio che non deve avere corso facile nemmeno in politica,
visto che il Pdl si sbraccia in ogni
modo per fare invalidare la sentenza della Cassazione. Condannato in terzo
grado, basta, piantiamola con questa manfrina indecente. Per il resto
continuino a prendersela con il giudice Esposito, che ha la colpa (questa vera)
di fidarsi dei giornalisti. Tanto, come ha ben spiegato Travaglio, se la
prendono con tutti i giudici che non assolvono o non prescrivono. E quando non
c’è la parola sbagliata, ci sono i calzini azzurri o l’essere figli di un
giudice ucciso dalle bierre. A proposito di politica, mi piace assai la
terminologia usata in una lettera aperta dall’ottimo Riccardo Orioles (lui sì
giornalista di cui fidarsi…). Riccardo parla di una fase psichiatrica della politica. Che va superata prima di formare
un nuovo governo. A suo avviso si attenua la fase psichiatrica del M5S,ma si
accentua quella del Pd. E nell’attesa propone un governo di società civile con
i nomi, che nessun parlamento approverà mai (truffaldinamente mi mette all’Università
e ricerca sapendo che il ministero non c’è più…).
Trovo invece assolutamente decente, e anzi esemplare, il comportamento tenuto
da Francesco Forgione, già presidente della commissione parlamentare antimafia
ed esponente di punta del movimento. Dal ministero dell’Interno gli han detto
che a loro avviso i rischi che corre oggi non sono più tali da giustificare una
scorta stabile. Gli hanno chiesto se voleva che venissero fatti degli
approfondimenti. Lui ha risposto così: no grazie, lo Stato mi ha già tutelato
per molti anni, a occuparsi di mafia si rischia sempre un po’, ma ora è giusto
tutelare di più chi è più solo, certi parroci o chi lavora nei terreni
confiscati. Nessuno ne ha saputo niente, me l’ha detto privatamente. E per
questo da qui lo ringrazio.
Nando
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