Grazie Perla. Una storia di Catania anche nostra

 

Giuseppe Teri, amico da decenni, insegnante a Milano e uno dei più seri esponenti del movimento antimafia, mi ha mandato questa lettera. Voglio condividerla con voi, perché Perla Mirasole è figura che ci appartiene e che come poche ha rappresentato la Catania in lotta contro l’affarismo e la cultura mafiosi.

Perla non è più tra noi, da ieri ci ha
lasciati… è una mancanza incolmabile e un dolore assoluto; Siamo rimasti
annichiliti dal veloce progredire della malattia che ci ha privati, con
violenza sorda e inesorabile, delle ultime conversazioni e del suo grande
amore.

 

Di lei ricorderemo, degli ultimi giorni, il dolce sorriso di
ringraziamento alla presenza degli amici di sempre, l’espressione “dolcezza”
con cui appellava la  cara sorella Ida, l’attenzione simbiotica fino
all’ultimo dedicata alla madre, l’attesa con speranza del rientro dall’africa
di Luciano, medico e compagno di battaglie con la Lila e nella Lila,
l’associazione cui ha dedicato il suo impegno negli ultimi vent’anni, gli occhi
luminosi al solo nominare le nipoti, quelle di sangue e quelle adottate per
amore…. E quante persone aveva  adottato la nostra Perla, guidata
dall’amore e dalla sua capacità di trasferire i suoi sentimenti a chi stava
vicino alle persone a lei care!

 

 E’ sempre stata impegnata Perla.. prendere parte era
per lei connaturato alla sua persona, naturalmente dotata di senso di 
giustizia, era trasparente e decisa nelle scelte e nell’esporsi, generosa..
incurante dei vantaggi personali, appartenente a quella parte della nostra
generazione che ha vissuto  la politica come ideale, per cambiare il
mondo, anche quello dei  microcontesti attorno a noi….Sempre presente
quando c’era da aiutare e da combattere..

 

Con le lacrime che sgorgano e, però, anche con i ricordi che
mitigano la sofferenza , mi sembra ancora di vederla quando redarguiva il
malaffare dei gestori delle scuole private e i dirigenti sindacali compromessi
e addormentati; la  ricordo  mentre blocca l’entrata alla villa
Bellini per chiederne e ottenere la chiusura al traffico dell’unico polmone
verde della città, e la vedo con l’immaginazione che va a Picanello, in gran
segreto, per commissionare e poi ritirare la targa che avremmo inchiodato,
senza aspettare permessi, davanti al teatro stabile di Catania per titolare la
via a Giuseppe fava, ucciso dalla mafia l’anno prima il 5 gennaio del 1984.

 

Insegnare non era per lei solo un lavoro, è stata sempre una
grande  passione di vita, la sua capacità di relazione educativa era il
frutto della profondità con cui viveva la scuola e il suo ruolo nella società..
i sui studenti sempre al centro dei suoi pensieri sono stati sempre i soggetti
naturali di un percorso che si costruiva insieme….

 

Provava amore e orgoglio per i successi delle sue allieve ed
ex allieve e questi  scaturivano dal senso profondo con cui avvertiva il
valore dell’educare, in quel senso maieutico di “dare”, di “lasciare” e di
“perdere i propri discenti”, che è poi il senso più vero della formazione e
della  crescita umana e civile.

 

 

Quando si muore cosi’ all’improvviso il dolore è grande e incolmabile, ma rimane nel ricordo e nel cuore la forza della vita vissuta pienamente e bisogna dire che Perla ha fatto sempre ciò che ha scelto e ha realizzato quasi sempre tutto ciò che  ha voluto e deciso di fare, con la passione e la forza degli ideali che l’animavano.

 Tutti quelli che hanno avuto  la fortuna di intrecciare dei momenti di vita con lei si sono arricchiti e hanno ricavato un prezioso contributo..

Grazie Perla per ciò che ci hai dato senza chiedere mai niente e per il valore che ci lascia il tuo esempio…

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