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Sciatori e magliette: il trionfo del cafonal. Libri belli e sconci umanitari
Ha ragione Robertoli. Che intervenendo sull’ultimo post mi
segnala come a Stromboli si aggirino dei tipi che vanno con gli sci sul vulcano
(fonte “La Repubblica”). Non li ho visti ma non ho motivi per dubitare. Perciò
ha ragione di invocare Totò: è una stratosferica manifestazione di pacchianeria.
E’ la prova provata che quando si imbocca una certa deriva -stavo per dire una
certa “discesa”- non c’è più argine che tenga. Il cafonal è un genere di moda, forse
il più di moda, purtroppo a sua insaputa. Aggiungo che oggi, andando con la
biondina a comprare i formaggi, ci siamo imbattuti, lungo la salita principale
verso la piazza, in un negozio di souvenir che proponeva una maglietta ricordo
con la seguente scritta: “le patatine fanno ingrassare, la patatina no”. Ecco,
secondo me una fregnaccia del genere non l’ha mai detta neppure B. strafatto di
coca cola light alla fine delle sue serate eleganti. Non l’ha mai detta neppure
la Minetti durante la sua imitazione delle suore o aprendo il classico
impermeabile sul tavolo (forse sono generoso, lo so…). E dunque ritrovarsi una
maglietta così in vendita a Stromboli, vedere questo parto di mente depravata
offerto sintomaticamente da altra mente illustrissima proprio a Stromboli, dove
“Libero” manco lo becchi per sbaglio ai tavolini dei bar, ecco, toglie all’isola
un buon 15 per cento della sua reputazione. Un’altra maglietta così e fa il 30
per cento, ossia quanto basta per pensare seriamente che è arrivato il momento
di cambiare.
Tra un po’, comunque, presentazione di “Confessioni di un padre” alla libreria
inventata anni fa da Chiara Bettazzi, pioniera ottima in arrivo dalla Toscana.
Si tratta del libro in cui la bravissima Ombretta Ingrascì raccoglie “per i
tipi di Melampo” il racconto del capo ‘ndranghetista Emilio Di Giovine rivolto
a una delle sue figlie (che resta innominata). Il libro è di grande interesse.
Lo presenteremo Lidia Ravera e me medesimo. E a proposito di Lidia, vi
raccomando il suo ultimo romanzo “Piangi pure”. E’ in assoluto il più bello che
ha scritto, storia delicata e malinconica di un amore senile, che si costruisce
mentre lui sa già di dover morire. Non si piange, si prova tenerezza, si
sorride, anche, e si pensa molto. Totale distacco dal Sessantotto, che non
viene nemmeno nominato, e registro mentale assolutamente nuovo. Il tempo non è
più una minaccia (per la bellezza femminile) ma una promessa di sorprese,
territorio che vale la pena di esplorare fino all’ultimo. Detto ciò vi saluto.
E se becco gli sciatori li condanno ai lavori socialmente utili.
P.S. Ma a che diavolo serve la politica, a che diavolo serve la globalizzazione, se non si è nemmeno capaci di fermare lo sconcio umanitario in Siria?
Nando
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