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“Uno di loro si è fatto male”. Effetto Ghedini alla Statale
Pensavo che con Ghedini & C.si fosse toccato il massimo.
Avvocati che fanno perdere i propri assistiti a colpi di dichiarazioni
irridenti (come quella dell’utilizzatore finale…), di invettive contro i giudici, e che non riescono a fare assolvere
il proprio massimo cliente nemmeno riscrivendo per lui le leggi in parlamento.
Ho scoperto che anche dalla parte opposta a quella di Ghedini ci sono avvocati
che fanno finire diritti (o restare) in galera i propri assistiti.
La storia (milanese) a cui mi riferisco è quella del ragazzo pestato nello
scorso febbraio, la notte di una festa di Carnevale, da un gruppo di giovani
che, secondo l’accusa, appartenevano all’ “assemblea di scienze politiche”.
Picchiato selvaggiamente dentro l’università statale per avere fatto un disegno
con un pennarello su un manifesto che chiedeva libertà per i compagni
arrestati. In venti addosso, questo è certo. Ed è pure certo che il ragazzo,
Federico C., ha avuto una prognosi di 70 giorni, interventi al cranio per
mettergli viti di titanio, il rischio di danni neurologici permanenti. Lo hanno
pestato sulla testa mentre era a terra, roba da ammazzarlo. Poi lo hanno portato fuori tenendo sotto
braccio anche l’amico, a cui hanno “suggerito” di dire ai carabinieri che era
stata una normale discussione e (leggete bene) che la vittima della loro furia
era fortunata “a tornare a casa sulle
sue gambe”. Dico subito che sin dai tempi del movimento studentesco del ’68,
anche quando condividevo la necessità dei servizi d’ordine alle manifestazioni
per difenderle dai fascisti, quelli che picchiano in venti contro uno e pestano
in testa una persona a terra mi hanno sempre fatto schifo. Ho sempre pensato che,
per capirli, la psicanalisi è cento volte più importante della politica. Sono
insomma, pari pari, come quelli che hanno ammazzato il tassista a Milano un
paio d’anni fa.
L’altro giorno i carabinieri, sulla base dei riconoscimenti effettuati, ne
hanno arrestati due di scienze politiche, tra cui un trentenne già arrestato in
val di Susa con il noto ex brigatista rosso Paolo Ferrari (sì, uno di quelli
che inneggiava agli omicidi dalle gabbie). Ed ecco la versione degli avvocati difensori,
che (lo dico per avvertire eventuali, futuri clienti) si chiamano Eugenio Losco
e Mauro Straini: “Alcuni ragazzi si sono picchiati durante una festa di
Carnevale e uno di loro si è fatto male”. Uno di loro si è fatto male! Se fossi il giudice
li manderei in galera, loro, gli avvocati, solo per questa dichiarazione. Ma
forse non si può. Certo con dichiarazioni così l’effetto Ghedini è garantito.
Puntuale quando l’avvocato non sente alcuna riprovazione per i reati, neanche i
più ignobili, di cui è accusato il suo cliente. Non devo essere io a
consigliare gli avvocati a nessuno, ma insomma, a Milano ce ne sono di molto
buoni. Capaci di non indisporre ancora di più i magistrati e l’opinione
pubblica verso i propri assistiti. Un consiglio però lo do a chi dovesse
restare affascinato dalle sirene dei sessantenni-settantenni che continuano,
come quarant’anni fa, a predicare violenza a gogo. Hanno già schiantato una
generazione di giovani spiriti rivoluzionari, oltre ad avere sulla coscienza il
sangue di centinaia di innocenti. Mandiamoli in pensione, l’Italia ha già dato.
Nando
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