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B: palese è meglio. E noi portiamo la mafia in teatro (con il Piccolo!)
Ohibò. Domani (scrivo appena dopo la mezzanotte) pare che
sarà una giornata campale. Il giorno del giudizio o qualcosa di simile. Cade il
governo. Marte esce dalla sua orbita. Lo Stromboli distrugge Milazzo con un’eruzione
apocalittica (ma il mitico Orioles ne esce illeso). Ma si può? C’è una legge
che stabilisce che un parlamentare condannato in terzo grado per certi reati
debba decadere immediatamente dalla carica. Ma qual è il problema? Non si
dovrebbe neanche votare, questa è la verità. Chiuso, basta. Invece se ne
discute con le palpitazioni in tasca. E a proposito di voto palese e voto
segreto, dirò quanto segue. E’ vero che quando si tratta di casi individuali è
giusto proteggere il segreto della coscienza. Ma se il caso è così politico da far
temere conseguenze addirittura per il governo, allora è giusto che il voto diventi
palese. Ero entrato in parlamento da un
anno quando si votò su Bettino Craxi. In tre procedimenti su cinque venne
votata l’immunità, se ricordo bene. A scrutinio segreto. Si seppe poi che la
Lega, per scaldare ulteriormente la piazza a suo vantaggio, aveva aggiunto
qualcuno dei suoi voti per garantire quell’immunità. I conti infatti non
tornavano e del mistero venne incolpata la Rete (il leggendario Pecoraro Scanio
mi accusò apertamente in televisione). Ecco, queste cose non possono proprio
accadere. Né patti né furbizie inconfessabili. Quando il caso è politico, e
anzi lo stesso interessato ha teso spasmodicamente a renderlo il più politico
possibile, ognuno deve prendersi le proprie responsabilità di fronte agli
elettori.
Volete sapere se mi godo ozi felici dopo la Summer School? Ma no, amici cari. Proprio
non mi conoscete. Intanto perché l’11 di ottobre chiudono le iscrizioni alla
prestigiosa scuola di specializzazione post-laurea in “Scenari internazionali
della criminalità organizzata” (andare su www.sps.unimi.it),
in secondo luogo perché proprio oggi (ieri pomeriggio) è partito un altro
grande progetto di laboratorio: stavolta tra il mio corso e il Piccolo Teatro. Un
gruppo di miei studenti porterà in scena in forme del tutto originali l’idea di
wikimafia partorita dalla fertile mente di Pierpaolo Farina. Oggi sono stati
interrogati a dovere dal regista Marco Rampoldi, per iniziare a tirar fuori
loro emozioni e idee. E’ stata una seduta coinvolgente (io osservavo e pensavo
in silenzio) in cui loro hanno spiegato quando e perché nella loro vita “è cambiato
tutto”, per usare la bella espressione di Valeria. E’ tornata l’importanza di
quella esperienza splendida che è stata “la nave della legalità” del 23 maggio;
e poi l’importanza, ci credereste?, della gloriosa Asinara. Così (o anche così)
si fa università dalle nostre parti, amici mods. Domani mattina esami. Sperando
che non ci cada il cielo sulla testa, come si diceva in uno spassoso villaggio
gallico…
Nando
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