Bambole da pettinare…Persone da scortare…E cose da fare…

Bene, domattina (lunedì ore 8.30) è il nuovo
inizio: riparte il corso di Sociologia dell’organizzazione. So che qualcuno la
reputa materia noiosa, da aziendalisti. E invece è materia affascinante assai.
Vispa, intrigante. Mi appassiona indagare la società come rete continua di
organizzazioni, una diversa dall’altra, anche quando portano lo stesso nome.
Non sono tutte uguali le aziende, non sono tutti uguali i partiti, non sono
tutti uguali gli asili o gli ospedali. E nemmeno le università. E’ bellissimo
leggere dentro la vita di ogni raggruppamento umano i segreti delle sue
relazioni interne, delle sue solidarietà operative, dei suoi successi o delle
sue inefficienze. Con l’occasione vi darò questa primizia: che nelle scienze
sociali e politiche, almeno sulla base della famosa valutazione della qualità
della ricerca, l’università di Milano è la
prima tra le grandi università italiane, e ciò mi riempie di gioia. Notizia
degli ultimi giorni. Come dire che non gli facciamo mica perder tempo a
pettinar le bambole…

A proposito. Le vicende dell’assemblea del Pd sono inquietanti assai. Ricordo
il sollievo provato quando andai alla prima assemblea, nel 2008: una quantità
mai vista di donne e di ragazze, belle facce maschili conosciute in anni di
movimenti civili in giro per l’Italia. Ecco, sono riusciti a mandarne via i due
terzi. In ogni caso nemmeno la società civile è senza problemi. Giustamente,
sul post precedente, Marco mi chiede che cosa sia l’antimafia da circo.
Robertoli prova a dargli una risposta: ciò che è affetto dal mito eroico
dell’uomo solo al comando, dedito al soliloquio. Io inizio rispettosamente a
dire: è l’insieme di coloro che ripetono a ogni istante che rischiano la vita,
che sono costretti ad andare in giro con la scorta, dello Stato o dei volontari
civili. Appartengono a diverse categorie di persone.
Vedete, io ho un guaio:
che ho vissuto decenni con un uomo che rischiava di essere ucciso dalla mafia e
dal terrorismo e questi tormentoni non glieli ho mai sentiti praticare, così
come non li ho mai sentiti praticare neppure da Falcone e Borsellino. E ora
provo proprio un senso di ripulsa sia verso la superficialità/ignoranza di
certe analisi da arruffapopoli, sia verso il vittimismo eroico supportato da
tifo via internet, sia verso il gusto (forse inconsapevole) di far pensare ai
giovani che chiunque faccia una denuncia ripetendo ciò che i magistrati hanno
già detto e ridetto rischi di essere ucciso. Così da scoraggiare la
partecipazione vera e ridurla al classico “mi piace”. Non so, caro Marco, se
sono riuscito a spiegarmi. So però che a Milazzo dev’essere stata tutta un’altra
musica e chissà che avrei dato per godermi il ballo finale con fisarmonica. E so che queste sono le cose da fare…
Intanto bentornato al Principe (Milito), benché si sia attenuata assai la mia
passione per l’Inter indonesiana. E siccome fu davvero sublime il calcio di una
volta, qui solennemente vi avviso che il 15 ottobre su Rai1 in prima serata si
proietterà finalmente “La farfalla granata”, tratta dal mio libro omonimo sulla
meravigliosa e malinconica storia di Gigi Meroni, il calciatore artista. Non
dimenticate!

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