Il Grande Bluff di B. E la discussione sull’antimafia

 

Parliamo del Grande Bluff, prima di tutto. Dimissioni di
massa dei berluscones. Oddio che cosa succede? Ve lo dico io: assolutamente
nulla, purché lo si capisca e non ci si terrorizzi. E vi spiego perché. Le
dimissioni di un parlamentare devono essere votate dalla camera di
appartenenza. Io senatore mi dimetto e il Senato deve mettere all’ordine del giorno
le mie dimissioni. Deve discuterle. Possono intervenire tutti i rappresentanti
dei gruppi, più quelli in dissenso. Se ne discutono due-tre al giorno, mentre
intanto si dibattono mozioni (che si possono fare copiosamente) di politica
internazionale, mentre si chiama il governo a rispondere sulle più varie
questioni sociali (magari sui ritardi cronici di Trenitalia…) e si fanno dei
grandi dibattiti. Non si chiama “parlamento” proprio per quello? Il governo dal
suo canto fa le cose di ordinaria amministrazione -e ce n’è di materia
fondamentale!- senza portare nessun provvedimento in aula. Di norma ogni Camera lavora
in plenaria al massimo tre giorni a settimana. Dunque sono sei dimissioni a
settimana. Diciamo venticinque al mese. Senza dimenticare che su ogni votazione
si può fare mancare il numero legale. Così da raddoppiare i tempi (quando manca
il numero legale la votazione si ripete dopo congrua pausa). E senza
dimenticare soprattutto che le dimissioni possono tranquillamente essere
respinte alla prima volta (è anzi la prassi). Quindi i tempi si raddoppiano.
Venticinque dimissioni in due mesi. E nel frattempo? Nel frattempo si forma un’altra
maggioranza. E intanto entrano in parlamento i primi o i secondi o i terzi
degli esclusi, te li voglio vedere a rinunciare dopo che il partito li ha
penalizzati mettendoli in coda nelle liste. A quel punto chi sarà così fesso da
presentare per primo le sue dimissioni per trovarsi fuori dal parlamento mentre
ci entrano gli altri e B. viene pure battuto nel suo disegno tragico-clownesco?
Qualche cortigiano strapagato. Ma poi? Calma e gesso, dunque. Vada a farsi gli
arresti domiciliari in quello che per ogni mortale sarebbe il paradiso
terrestre (ma l’Asinara è meglio…).
E passiamo all’antimafia e a quello che dice il saggio Orioles sul post
precedente. Ha ragione a raccomandare di non dividersi. E’ stata ed è la mia
religione. Continuo, mi si creda, a tacerne e inghiottirne di ogni tipo. Ma c’è
una diversità di prospettiva. C’è che io mi sono convinto che non ci sono solo divisioni
o protagonismi, quelli li ho sempre visti e spesso ne sorrido. E tutti invito, e
da tutti vado, ecumenicamente. E’ che mi sembra stia maturando il rischio del “Gran
Circo Antimafia”, privo di memoria, rispetto, conoscenza e senso del ridicolo
(e del tragico, accidenti), in grado di far saltare tutto dall’interno. E
questo non vorrei consentirlo. Ma parliamone.
Infine mi fa piacere che appena Libera ha messo a bando tre borse di studio
(come l’anno scorso) per il nostro corso post-laurea in “Scenari internazionali
della criminalità organizzata”, sono fioccati i c.v. con richiesta. Bene,
ottimo segno.
P.S. Ieri sera festa deliziosa per i quarant’anni di matrimonio di due cari
amici. Per l’occasione sono tornato dopo anni a danzare con la biondina al
canto dal vivo del grande Shel Shapiro. Ma guarda che cosa ti capita…

 

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