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Primo comune sciolto per mafia in Lombardia. I funerali di Lea. E il Parenti…
Bene. E’ arrivato il primo comune sciolto per mafia in Lombardia. Ed è il comune di Sedriano, ovest di Milano, di cui tante volte ci siamo occupati. Quello il cui sindaco rispondeva con sicumera a ogni accusa, a ogni documentata critica sull’andamento della vita pubblica, sui rapporti tra affari e politica, tra mafia e amministrazione. Sciolto, voilà. Non l’abbiamo deciso noi, l’ha deciso il governo con i suoi rappresentanti sulla piazza di Milano. Che bello avere un prefetto convinto che a Milano e dintorni esista la mafia e che vada debellata. Era ora. Di più. Dico che Sedriano avrebbe il diritto di trovarsi in buona compagnia. E che sarebbe ora che toccasse anche ad altri, che hanno sulla coscienza di avere fatto impestare di ‘ndrangheta in pochi decenni una regione che ne era priva, di averle messo a disposizione partiti e amministrazioni. Di avere taciuto davanti all’avanzata dei clan calabresi.
Merito sommo va, tra gli altri, a una giovane giornalista a cui sono affezionato, Ester Castano. Che proprio a Sedriano ha denunciato il malaffare ricorrente, subendo calunnie, minacce e querele. A ventidue anni ha fatto quel che tanti più titolati avrebbero dovuto fare. Ho l’orgoglio di averla avuta come allieva (già molto motivata e capace) al laboratorio di giornalismo antimafioso di Scienze Politiche. Ho il piacere morale di averla vista evitare il circo dell’antimafia, nel senso che si è rifiutata di recitare la parte della giornalista “con la scorta” e che la ‘ndrangheta vuole uccidere. Modesta, misurata, coraggiosa. Ah, amici miei, quanto ci guadagna in serietà l’antimafia…
E a proposito di clan calabresi e di antimafia. Aggiungo con tutto il cuore ai molti altri appelli anche il mio: cerchiamo di essere in tanti sabato mattina alle 10.30 ai funerali di Lea Garofalo, in piazza Beccaria a Milano. Lo dobbiamo a questa donna coraggiosa, lo dobbiamo a sua figlia Denise, coraggiosa come lei, lo dobbiamo al nostro senso civico. Sogno, desidero, migliaia e migliaia di persone che affermano davanti a tutti che la violenza dei clan è bandita dalla nostra civiltà, anche se molti cercano di farle credere il contrario. Don Ciotti e Pisapia ci parleranno, davanti alla bara con i poveri resti di Lea, di una storia terribile che può fecondare le nostre coscienze.
(E sempre a proposito di mafia: domani inizia un bel ciclo al teatro Franco Parenti. Vale la pena andarci, Guardatevi il programma. Sconti da pazzi -biglietto a 5 euro- per gli studenti di Scienze politiche. E anche queste sono soddisfazioni)
Nando
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