Vulcanici progetti antimafiosi. Giudici di provincia. E il prossimo Pd milanese

Bene. Il paese non scoppia di salute ma io gli preparo un po’ di anticorpi, così impara. Ieri il Senato accademico della potente Università degli Studi di Milano ha varato l’Osservatorio sulla criminalità organizzata, di cui sono stato designato direttore. E’ il primo osservatorio accademico e questo è importante. Meglio: ci sono stati tentativi abortiti sparsi e poi c’è il centro “Transcrime” della Cattolica, che è però un centro di ricerca più che un Osservatorio incaricato di tenere sotto controllo (di “attenzionare”, direbbe qualcuno…) le dinamiche nazionali e internazionali della criminalità. Qui la differenza la faranno le decine di giovani che ne hanno imparato qualcosa in questi anni e che avranno a disposizione una poderosa newsletter trimestrale, mica sorbole.
In secondo luogo, siccome da queste parti non si smette mai di produrre, vi annuncio che presso questa pregiata facoltà nascerà anche, l’anno venturo, un’altra formidabile primizia: un corso di “Sociologia e metodi dell’educazione alla legalità”. E’ da decenni che si sperimentano, gratuitamente o con incentivi economici, corsi di educazione alla legalità di ogni tipo. Alcuni bellissimi, innovativi; altri ripetitivi, talora anemici. Una riflessione e uno studio scientifici sulla materia non esistono. Eppure il tema è smisurato: si può andare dai licei classici milanesi alle carceri minorili campane. Sogno un grande corso, collegato con i migliori insegnanti d’Italia, che faccia da crogiolo (crogiuolo si sarebbe detto quando si diceva pure il “giuoco del calcio”) e da stimolo per i vari processi di formazione a ogni livello (anche per ex governanti ai servizi sociali, ma sì…).
E visto che di questo si parla, auguri alla nuova commissione antimafia che ne ha bisogno. Dovrà prendersi la patata bollente di questi giudici che proprio non vogliono riconoscere la presenza della mafia al nord. Ha straragione la Boccassini: non possono essere magistrati di provincia e senza alcuna formazione, e che tali restano anche se vanno in Cassazione, a giudicare su una materia che richiede una preparazione specifica almeno decente. Idem per la politica. Per questo, pur avendo la massima considerazione degli altri candidati a prendere la guida del Pd a Milano (si vota sabato), spero che il segretario provinciale lo faccia David Gentili, attuale presidente della commissione consiliare antimafia. Nel contesto milanese, ossia quello di Sedriano e Bollate, di Trezzano e Buccinasco, occorre non una brava persona, ma qualcosa di più e di diverso. Occorre qualcuno, saggio e combattivo, che conosca la mafia e dunque la riconosca dove c’è e non aspetti la magistratura per vederla. Qualcuno che metta la lotta politica alla mafia al primo posto della sua agenda, capendo perché lo fa e che cosa questo significhi. David ha queste qualità e conosce il costo politico dei silenzi e dei compromessi su una materia su cui si è negoziato fin troppo. Do you remember Paderno Dugnano, circolo Arci, Falcone e Borsellino?

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