Il Manifesto dell’Antimafia. E Cancellieri, Buccinasco, sindacati Ilva…

 

Ma quanto voglio bene ai miei blogghisti!!! Ragazzi, è una
settimana che non riesco a scrivere una riga qui sopra eppure ora a mezzanotte
trovo che nel secondo dell’apertura ci sono 25 lettori, quanti i famosi del
Manzoni. E vedo che nella giornata continuo ad avere un migliaio di visite. Ma
che bello questo affetto, sono commosso per come mi seguite. Francamente non so
come facciano altri che pur si fregiano di pubblici incarichi professionali a
trascorrere il loro tempo su fb, devono proprio avere del gran tempo da perdere per
passarci sopra la giornata. Io ogni tanto devo dare forfait. In questo caso la
fuga dallo schermo è dovuta al fatto che stamattina ho consegnato il mio “Manifesto
dell’Antimafia”. Uscirà per Einaudi in marzo, nella collana delle Vele (elegante,
bellissima, e in ottima compagnia). Ho cercato di mettere a frutto le cose
imparate in un po’ di decenni e di consegnare al movimento idee e riflessioni e
proposte (messe in ordine, oh, mica sparse). In questo contesto urge che aumenti la sua forza d’urto e
la sua capacità di influenza.  Decenni ho detto:
già, il tempo passa. Solo negli ultimi giorni mi è capitato di presentare in
veste di docenti in università due miei allievi amatissimi.
Il tempo passa e non riconosco più il mio amico Nichi Vendola. Sono rimasto
raggelato per quella telefonata, e penso che anche lui capirà perché. Purtroppo
in questi casi le scuse non cancellano la scena. Le scuse van bene se hai avuto
un accesso d’ira, se hai sbagliato per superficialità. Peccato. Il tempo passa
e porta guai giudiziari. Non ho gioito per l’avviso di garanzia arrivato (lo
sapevate?) a sindaco e vicesindaco di Buccinasco. Nonostante gli insulti
arrivati da quelle parti dopo la pubblicazione del libro scritto con Martina
Panzarasa. Non ho gioito ma ho riso quando ho visto la nomenclatura locale
protestare, affettando sdegno, di non avere ricevuto l’avviso. E’ una normale comunicazione
di prosecuzione indagini, hanno detto. Aggiungendo: un atto dovuto. Insomma,
non hanno ricevuto l’avviso di garanzia, semplicemente perché l’atto non si
chiama più così. E’ come se uno venisse portato in carcere e contestasse chi dà
la notizia perché ora il carcere si chiama, che so, luogo di restrizione
provvisorio. Un atto dovuto, d’altronde.…Mai vista una scena così esilarante.
Mai vista nemmeno una scena come quella della Cancellieri che dice, viene smentita,
ridice e viene rismentita. O quella del parlamento che ancora non è riuscito a
votare la decadenza di B. (gli vogliono fare il regalo di Natale?). O quella dei
sindacati dell’Ilva (grande Gabanelli!) che si ciucciano soldi come da
contratto per il dopolavoro e le colonie dei dipendenti, solo che i dipendenti
da anni non ne sanno niente. Ho tratto da tutto questo una lunga e complessa
riflessione: che schifo! Vi saluto amici miei. E grazie ai 25 di poco fa! (e ora siete 33! vabbe’ scriverò più spesso, ve lo meritate…)

 

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