Occhio ai forconi. E una buona notizia dai luoghi di camorra

 

Onore a Nelson Mandela, anzitutto. Mi rendo conto che non l’ho
ancora detto. Nulla c’è da aggiungere all’omaggio che il mondo intero gli ha
reso. Entrerà a buon diritto nel nostro Pantheon morale. O meglio, c’era già
entrato e non ne uscirà più, visto che a volte la morte smentisce la vita.
Un breve pensiero anche alla data di oggi, che ha segnato la mia generazione.
Ne ho avuto ancor più consapevolezza l’altro giorno, intervistato da una
laureanda romana: piazza Fontana ha davvero cambiato il Sessantotto, ne ha
fatto un’altra cosa.
Attualità. Questa storia dei forconi non mi piace e non mi piacciono quelli che
ci giocano. Leggere la storia non significa cogliere “le ragioni”. Le ragioni
ci sono sempre. Tutto quello che è accaduto nel novecento ne aveva. Leggere la
storia significa sapere cogliere subito “la miscela”. Sociale, culturale,
politica, ideologica. E la miscela non mi piace, proprio come il presepe in
casa Cupiello al bambino recalcitrante. Io credo che quel che sta accadendo
abbia a che fare anche con l’uscita dal parlamento di B. C’è un mondo
sotterraneo ma poi molto visibile sulle piazze che si sta muovendo.  Che punta ancora una volta alla
destabilizzazione e alla paura. Nessuno ci soffi sopra. E nessuno dimentichi
che c’erano idee di sinistra anche nel fascismo montante. Il tema, piuttosto, è
che lo Stato porta al suicidio i singoli imprenditori con la ferocia asettica di
Equitalia e poi lascia libero campo a ultrà e gente d’avventura. In più: non è
capace di una misura chiara, limpida, anticrisi, che disinneschi le tensioni.
Quanto all’Europa, certo che bisogna cambiarne l’idea asfissiante che si è
imposta in questi anni. Ma nessuno trascuri che in Ucraina, in questi stessi
giorni, fanno le manifestazioni di piazza per entrare nell’Unione e sottrarsi all’abbraccio
mortale di Putin. Qualcosa vorrà dire.
Infine. Ieri a Pagani (Salerno) è stata intitolata l’aula del consiglio
comunale a Marcello Torre, il sindaco ucciso nell’80 perché non voleva mettere
la ricostruzione post-terremoto nelle mani della camorra. Trentatré anni dopo;
un terzo di secolo c’è voluto! Ed è stata una decisione della commissaria di
governo, messa a guidare il comune sciolto per ignobili vicende. Il consiglio
comunale della città, dal 1980, non ci aveva mai pensato. Le autonomie locali,
amici cari, sono anche questo…

 

Leave a Reply

Next ArticleRosy Canale e la fuffa dell'antimafia...