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Renzi 1, Renzi 2 (scritto sul Fatto Quotidiano del 10.12)
C’è
un fatto positivo in quello che è accaduto. E’ finita un’epoca, che nonostante qualche bagliore è stata
soprattutto di sconfitte e tradimenti. Renzi ha avuto il coraggio, eretico
nella cultura di Ds e Margherita, di dare l’assalto frontale agli equilibri
della convenienza. Alla seconda volta ha vinto, suscitando nuove convenienze ma
in ogni caso scompigliando il sistema. Ha realizzato cioè la classica
condizione “necessaria ma non sufficiente” esaltata dalla matematica più che dalla
storia.
Perché il vero cambiamento andrà poi misurato e salutato sul piano dell’etica
pubblica, quello che cioè più ha logorato, indebitato, degradato e zavorrato il
paese. La corruzione, la mafia, i poteri criminali: queste parole , per ora
assenti, dovrebbero finalmente entrare nel vocabolario di Renzi come priorità della
sua agenda politica. Nella storia dei gruppi dirigenti che ha sfidato quelle
parole affioravano o dopo uno scandalo o durante le elezioni (non sempre) o
dopo un delitto eccellente. Se diventeranno obbligo di governo, e solo allora,
il cambiamento non sarà solo un fatto anagrafico o di comunicazione.
Nando
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