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Pippo Fava e la battaglia per la memoria. Firmate la petizione
Andate a cercare e firmare la petizione di WikiMafia (l’indirizzo
lo dà Marika intervendo sul post precedente). Cento volte complimenti a chi ha
preso l’iniziativa , il mio ottimo laureato Pierpaolo Farina, che è anche il
più giovane autore Melampo. Che cosa vi si chiede? Si chiede alla Rai di
mandare in onda, domenica 5, la fiction su Giuseppe Fava in prima serata e non
alle 23.40. Davvero non ci si crede. Era programmata per la prima fascia
oraria, è stata schiacciata sull’inizio della notte. Come dire: voi che già lo
conoscete e avete memoria di lui aspettate la mezzanotte e guardatevelo. Se il
grande pubblico non ne saprà niente, pazienza. Anzi,vedete com’è bravo il
servizio pubblico che perfino trent’anni dopo ricorda un simbolo (vero) dell’antimafia?
Vedete come ha investito soldi e risorse per raccontare quest’uomo scomodo che
certo non ha risparmiato nulla al potere dei clan e alla politica mafiosa? Quanta
ipocrisia…Pippo Fava era uno straordinario scrittore e giornalista. Anche
autore teatrale. Ma, contrariamente a quel che sento dire ogni tanto, non venne
affatto ucciso per il suo teatro. Anzi, gli toccò uno strano destino. Al teatro
otteneva le standing ovation dell’élite cittadina, tanto si trattava di una
(terribile) finzione. Poi però veniva maledetto e faceva saltare i nervi
scoperti (molti) del potere quando faceva il giornalista e lo scrittore. Io
sono felice che molti miei allievi (specie su Stampo Antimafioso) lo abbiano
assunto a modello di giornalismo e intendano rifarsi a lui. Oggi di quel
giornalismo-verità, e di quella magnifica ed elegante scrittura, elegante anche
quando irriverente, si sente la mancanza. Già, credo proprio che Fava leggendo
certa “letteratura” antimafiosa avrebbe provato oggi un sentimento di ripugnanza
assoluta.
Vi riinvito dunque allo Spazio Melampo alle 18 di sabato, un po’ prima che in
contemporanea al teatro Bellini di Catania vengano portati in lettura i suoi
brani più belli. Il giorno dopo a Catania ci sarà un confronto tra i suoi “carusi”
di una volta: Claudio, Riccardo Orioles, Miki Gambino, Antonio Roccuzzo. Che
storia…Quella dei “Siciliani” è stata una delle più belle esperienze di
giornalismo della storia civile italiana. Sono contento di averne quasi la
collezione intera, e ancor più contento di essere stato richiesto allora di far
da scudo, come garante, dopo l’assassinio del Direttore. Lo facemmo in sei:
Guido Neppi Modona, Gianfranco Pasquino, Pino Arlacchi, Alfredo Galasso,
Stefano Rodotà e io. I nomi li ho messi apposta perché li si ricordi, visto che
c’è chi, scoperta la mafia l’anno scorso sui giornali, vorrebbe contraffare la
storia dell’antimafia (viste in particolare le nefandezze scritte oggi su don
Ciotti su Libero e su cui si sono gettati insieme, come un sol uomo, personaggi
condannati e personaggi indagati, davvero Dio li fa e poi li accoppia; ma di
questo si parlerà a lungo in futuro). Ora pensiamo a salvare la memoria, tutta.
Vi assicuro che è una bella battaglia.
Nando
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