La fiction su Calabresi. E Pomicino presidente…(a proposito: e B.?)

 

Vista ieri la prima metà della fiction su Calabresi. Io
penso che sarebbe buona cosa, quando si fanno queste fiction, sentire qualcuno
che abbia vissuto con un accettabile grado di partecipazione culturale i tempi
che vengono raccontati. Anche per evitare strafalcioni imbarazzanti. Eppure
pare che questi sceneggiatori abbiano la presunzione di non chiedere mai
consulenze e valutazioni. Non so chi abbia curato il tutto, però, per esempio:
a) un commissario di polizia non si sarebbe mai sognato di portare i capelli
così lunghi; b) e nemmeno un avvocato rivoluzionario (fatte le proporzioni tra
i due); c) il pessimo verbo “posizionare” era del tutto sconosciuto (si usava “mettere”,
per fortuna); d) il Duomo era grigio, avrei evitato di riprenderlo nel suo
attuale candore; e) Feltrinelli non era ancora “le librerie”, il che sarebbe
successo decenni dopo; era una casa editrice; f) nessun commissario di polizia,
neanche il più democratico, avrebbe fatto un controllo individuale degli orari
di trattenimento in questura di tutti i fermati. g) le cariche di polizia erano
fatte in modo diverso, non certo come dalla fine degli anni novanta. Ecc. ecc. Ripeto:
non ci vorrebbe molto per non dare allo spettatore mondi di fantasia, mescolati
nel tempo.
Continua peraltro a mescolarsi con il nostro tempo Paolo Cirino Pomicino,
mammut della politica. L’hanno nominato vicepresidente delle autostrade
meridionali. Bravi, proprio il posto giusto. Ma non c’era nessun altro, santo
cielo? Ecco, vedete perché è tutta fuffa questa benedetta retorica dei
quarantenni? Le giovani marmotte a sorridere in tivù, e il potere vero, quello dei
soldi, delle clientele, sempre agli stessi. Letta dovrebbe spiegarlo, tornando
alla conferenza stampa di fine anno per una nuova puntata. Avrete capito che
non la considero una buona notizia. E’ stato presidente della Commissione
Bilancio negli anni della spesa pubblica più folle e ora che il Paese è schiantato
da quel debito lo premiano anche (a proposito: e a B. che succede dopo la condanna
definitiva? Un condannato normale non l’avrebbero già messo almeno ai
domiciliari?)

 

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