Librino, Catania, il dente spezzato. E magistrati sotto tiro

 

Ho ricevuto ieri questo messaggio da
Riccardo Orioles e lo giro subito a tutti i blogghisti, convinto che queste
cose non debbano passare sotto silenzio. I denti rotti e il riferimento ai nomi
dei familiari normalmente non sono notizie. E invece lo devono essere, perché
indicano situazioni di rischio vere, più serie spesso del proiettile che arriva
per busta.
 “Ieri mattina intorno alle 10:30 a
Librino, il grande quartiere-ghetto alla periferia di Catania,  un nostro
collaboratore che stava scattando delle foto al Palazzo di Cemento è stato
circondato da sei uomini, minacciato con un’arma e picchiato. Gli hanno rotto
un dente. Hanno fatto i nomi dei suoi familiari, su cui sembravano molto bene
informati. Luciano Bruno (un suo articolo, due anni fa, ha aperto il primo
numero di questa nuova serie dei Siciliani) è di Librino e più volte ha
pubblicato articoli sulla drammatica situazione di questo quartiere,
abbandonato e lasciato in mano alla mafia. E’ autore fra l’altro di un pezzo
teatrale di denuncia sul dramma di Librino, che è stato portato in giro in
varie città d’Italia.
Invitiamo tutti alla massima solidarietà verso Luciano e alla massima
attenzione e vigilanza su Librino”.
Solidarietà da questo Blog a Luciano Bruno. E solidarietà ai magistrati oggi
più esposti, Nino Di Matteo e Teresa Principato, rispettivamente obiettivi del
capo di Cosa Nostra in carcere e del capo di Cosa Nostra latitante. Brava
Stefania Pellegrini, amica carissima, che insieme ad alcuni cittadini di buona
volontà ha organizzato su questo una riuscita fiaccolata in piazza Nettuno a
Bologna.

 

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