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Giorgio, l’amico taciturno. E il nuovo comico genovese
Gli amici sono un patrimonio prezioso. E anche i bravi
parlamentari che onorano il paese. Per questo voglio ricordare prima di tutto
Giorgio Gardiol, amico colto, sensibile e cristallino, conosciuto nella mia
seconda legislatura da deputato, 1996-2001. Abbiamo condiviso la stanza a
Palazzo Marini per cinque anni, aiutati tutti e due da Scilla, consigliera e a
sua volta amica preziosa. Giorgio era un verde appassionato ai temi
ambientalisti ma si impegnò anche allo spasimo (ovvero facendo le notti) sui
diritti dei lavoratori e sulla pace. Ieri, quando ho saputo che non c’era più, ho
tirato fuori il cofanetto di musica country che mi aveva regalato e ho cercato
di ricordarlo meglio. Non stava bene al cuore. Un male che lo aveva preso -capita
anche questo, sapete?- dopo la non ricandidatura. Il suo essere taciturno, la
sua modestia, il rifiuto di “arrampicarsi”, la sobria e rigorosa piemontesità protestante,
insomma, non piacevano a Pecoraro Scanio. Così, nonostante il lavoro fatto,
venne estromesso cinicamente dopo una sola legislatura. Tornato a Pinerolo,
continuò a dedicarsi all’ambientalismo con un giornale locale, da lui diretto.
Lo saluto con chi seppe apprezzarlo e volergli bene, a partire da Paolo
Galletti.
Non ho ancora invece tempo, ma spero di trovarlo stanotte, per rispondere alle
accuse che mi dicono ossessive e vili della casa della legalità-Cancellieri-Ligresti
di Genova. Quando vi racconterò in che cosa sia consistito il mio presunto
abuso dell’immunità parlamentare trasalirete e capirete ancora meglio chi
siano “questi qui”, come mi si chiede di spiegare (ma, lo ripeto, è uno solo; come quegli svitati che
sostengono di essere un partito politico). Per ora mi limito a riportare la
risposta che costui ha dato sul suo rapporto con la Cancellieri, difesa sull’affaire
Ligresti con la scusa che è stata la prima a denunciare, da prefetto, la
presenza della ‘ndrangheta a Genova. Colto con le mani nella marmellata (vedi
il post precedente: la Cancellieri contestò invece la sindaco Vincenzi che dava
-lei sì- l’allarme mafia a Genova), il nostro casa della legalità sostiene
quanto segue (tenetevi forte e ridete compostamente): la Cancellieri finse di
non sapere nulla della mafia a Genova per potere indagare meglio!!! Lo trovo
fantastico. Primo perché vuol dire che
quindi non fu lei “la prima a denunciare” (ecco l’uso naturale del falso…).
Secondo perché l’argomentazione rivela un’ignoranza infantile dei compiti
istituzionali (non sono i prefetti che fanno le indagini…a meno che non abbiano
incarichi ad hoc, e Cancellieri non ne aveva). Ma soprattutto è fantastico per
una terza ragione, la sua vis comica.
Amici, ora sappiamo perché il prefetto Lombardi minimizzava sulla mafia a
Milano: per indagare meglio, per prenderli di sorpresa!!! E anche per questo
Andreotti smentiva la presenza della mafia nella Dc siciliana: per cogliere nel
sonno Salvo Lima e consegnarlo alla giustizia! Ma che fesserie, ma mi faccia il
piacere, avrebbe detto Totò. Dopo avere perso la faccia con la difesa di un
affaire tra potenti (mentre attaccava don Ciotti) il signor casa della legalità
ha perso anche ogni senso del ridicolo. A questo punto sembra davvero troppo
stare a rispondergli, ma sento di doverlo a chi mi ha dato credito, come il
mitico Alfa10. Poi basta, la vita è una cosa seria.
P.S. E per questo, forza Pasquale!!
Nando
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