Con i piedi per terra. Pentiti e pentiti. Antimafiosi e perdigiorno

 

A volte lo devono dire quelli del fronte nemico. Domenica
scorsa in una lunga intervista a Silvia Truzzi sul “Fatto” Gaspare Mutolo, boss
di mafia che scelse di collaborare prima delle stragi, ha spiegato che la vera
lotta alla mafia l’hanno fatta alcuni magistrati e alcuni familiari. Cita fra
questi “i figli di Dalla Chiesa”. Ecco, per sentirlo dire occorre un boss che
ha vissuto la storia della grande svolta, quella degli anni ottanta e novanta,
di cui diversi antimafiosi dell’ultima ora non hanno neppure la più pallida idea.
I perdigiorno del web dicono fesserie a manetta e poi deve arrivare l’uomo
interrogato da Borsellino quel giorno di luglio del ’92 al ministero dell’Interno
per rimettere le cose coi piedi per terra. Del libro di Mutolo (in cui già
viene fatto cenno del ruolo decisivo e soprattutto imprevisto dei familiari),
uscito in giugno, e del più recente libro di Giovanna Montanaro su Spatuzza
(con intervista iniziale al pentito e che abbiamo presentato ieri a Milano), ho
scritto per il prossimo numero dell’Indice.
Si tratta di ricordi diversi, nel senso che in Mutolo matura un disgusto laico
verso la mafia mentre in Spatuzza c’è una conversione religiosa che sembra
autentica. Sono ricordi seri, che partono da conti fatti seriamente con la
propria vita. Me li studio, per capire, sottolineo alcuni passaggi utilissimi sull’antropologia
mafiosa o sulle vicende di Cosa Nostra, ma non mi sognerei mai di invitarli in
una manifestazione dell’antimafia. Ci sono distinzioni fondamentali che tutte
le persone di buon senso e rispettose della storia sanno fare e mantenere (vi
immaginate invitare alla giornata dell’Olocausto un nazista che ha
collaborato?).
Fra l’altro Spatuzza ridicolizza la pretesa di qualche buontempone che un
mafioso possa diventare un oracolo perché “ritenuto credibile da dieci o undici
magistrati”. A parte che tipi come Totuccio Contorno o Balduccio Di Maggio
ritenuti (giustamente) credibili per certe cose da magistrati come Falcone o
Caselli hanno poi ripreso a delinquere (della serie: si è credibili per alcune
specifiche cose dette, non da qui all’eternità); a parte questo, nel caso di
Spatuzza e della strage di via D’Amelio abbiamo quel tale Scarantino che si è
autoaccusato della strage e ne ha incolpato altri innocenti spedendoli all’ergastolo
per quasi vent’anni e che proprio Spatuzza ha sbugiardato raccontando i fatti
di cui era stato protagonista. Ecco, Scarantino era stato ritenuto credibile da
quasi una ventina di magistrati. E allora?
Procede a gonfie vele “L’Italia civile dei don: da don Milani a don Ciotti”. I
miei giovanotti e giovanottine stanno facendo un’ottima figura. Sia resa lode a
loro dal prof intenerito. Intanto Renzi si sta rendendo conto che B. non è poi
così affidabile. Non è che quelli che lo hanno preceduto alla guida della
sinistra fossero così fessi. E in ogni caso il più furbo è stato Prodi, che con B. non
ha mai voluto farci accordi. E forse è per questo che è l’unico che ha vinto…

 

Leave a Reply

Next ArticleNicola, l'Africa si aiuta anche in bicicletta