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La schiuma del web. Rimozioni a Genova e Milano. L’Oleandro e Mates
Dopo un po’ di giorni riprendo le pubblicazioni
sul blog più antico d’Italia, come dice la Biondina riferendosi allo stile
estetico. Non so se preoccuparmi oppure farne un vanto come certe pasticcerie o
certe case di moda. D’altronde molte novità mi preoccupano. Il teppismo verbale
verso la Boldrini, per esempio, mi fa semplicemente schifo. E ho ringraziato
Antonio Padellaro per avere scritto la stessa cosa sul Fatto in un editoriale
senza firma, ossia che rappresenta la linea del giornale. La critica più dura
non può giustificare questa complicità profonda, intollerabile con l’involgarimento
del costume civile. Non è né Plauto né Aristofane, è schiuma di fogna.
Lo
sghignazzo maramaldo nacque con Bossi, Borghezio, Feltri, Sgarbi, Ferrara ecc. E
ho sempre provato la stessa reazione. Sia chiaro. Non sono nato in un collegio
di educande, ma in una caserma. Avevo tre anni quando giravo per scuderie sentendo
di tutto. E ho pure vissuto anni in un pensionato universitario (idem). Ma qui
c’è un salto antropologico. Qui trionfa l’Italia della bettola, la stessa che
dilaga sul web e che mi spinge a esortare tutti a dare al web della parola
libera il minore spazio possibile, a dargli -nel dibattito politico- più o meno
l’importanza che si dà alla feccia. Altro che corrergli dietro…
Ho dedicato la domenica all’università itinerante portando i miei giovani
virgulti (e virgultesse) a Genova a capire qualcosa del terrorismo rosso in
quella città. Cicerone pregiata Donatella Alfonso, di Repubblica. Sede dell’incontro
il piccolo e delizioso teatro Altrove, aperto nella zona degradata della
Maddalena, segno del tentativo che facemmo con don Gallo di riqualificare quell’area.
Accanto la bottega sociale legata alla comunità di San Benedetto sorta (su gara…)
in un bene confiscato difeso dagli appetiti privati. Viaggio importante per capire,
per sapere. Anche per cogliere l’impressionante rimozione: non c’è una sola
lapide che parli di terrorismo, solo diciture generiche come su certe lapidi dedicate
a vittime di mafia. E sì che, per esempio, l’omicidio del giudice Coco era
stato subito rivendicato in tribunale dalle Brigate rosse…
Sapere, capire. Detto anche nei due pomeriggi (travolgente quello alla Camera
del lavoro) con Pif, per presentare “La
mafia uccide solo d’estate”. Temo che a Milano ancora non capiscano il pericolo.
Concentrati su Palermo, come tante volte è accaduto. Comprensibile, viste le
minacce a Di Matteo e alla Principato. Ma guai a vivere questo ideologicamente,
poi si diventa ciechi mentre sotto casa propria succede di tutto, e non è uno
scherzo. Attenti, amici.
Si avvicina il 14 febbraio. Ecco, quel giorno uscirà il nuovo libro del vostro
Anfitrione: “I fiori dell’oleandro” (Melampo, bello eh?). Sottotitolo: “Donne
che fanno più bella l’Italia”. Regalatelo per San Valentino. Prenotate in
massa, lazzaroni.
E soprattutto se andate a Caltabellotta ricordatevi di Mates, una delle più
belle e civili imprese gastronomiche e turistiche (B & B). Cultura
(antimafiosa, of course) e ospitalità
gentile. Garantisco per pratica diretta.
Nando
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