Questo sito non utilizza alcun cookie di profilazione. Sono utilizzati cookie di terze parti per il monitoraggio degli accessi e la visualizzazione di video. Per saperne di più e leggere come disabilitarne l'uso, consulta l'informativa estesa sull'uso dei cookie.AccettoLeggi di più
“Rischio, Nandone. Rischio!”. Primarie flop. Alessandra Ballerini e il teatro di Jacopo Gassman
Ecco a voi un aneddoto inedito. Quando ero studente e vivevo
nel pensionato Bocconi decisi con un paio di amici di non andare più a pranzo
in sala mensa. E di cucinare in stanza, per risparmiare e/o mangiare
meglio. Un ruolo strategico l’aveva il fornelletto, su cui mettevamo spesso padelle
ben oliate. Finita la cucina, restava nella padella l’olio bollente. Che un
mio amico aveva l’abitudine di versare alla cieca fuori dalla finestra. Io
inorridivo e gli facevo “ma sei pazzo? E se passa sotto qualcuno?”. Lui
scoppiava a ridere beffardo e mi rispondeva: “Eh eh, rischio, Nandone,
rischio!!”. Ecco, questa scena tante volte vissuta con
disperazione mi è venuta in mente ascoltando o leggendo la spiegazione che nel Pd si dà dell’azzardo
di Renzi. “E’ arrivato il momento di rischiare tutto”, “O la va o la spacca”.
Frasi pazzesche, perché qui si gioca a poker con un partito e soprattutto con
un paese. Che “rischia” di andare a remengo e di essere rimesso presto nelle mani di avventurieri. Il governo Letta
non mi piaceva per nulla. Ma se era una “palude” al punto che il capo ne doveva
essere cacciato domani, anzi subito, adesso, mi avrebbe fatto piacere vedere
tutti i parlamentari Pd dirlo con coraggio e spirito di libertà. Non possono
averlo scoperto in una notte. Non si può dare vera libertà a un paese se non si
possiede il gusto della libertà in proprio. E nemmeno si possono riformare le
istituzioni se non si possiede il senso delle istituzioni. Che è fatto di
esempi di vita, più che di codicilli o di doppi o tripli turni. Sempre più ne
sono convinto e l’ho teorizzato nella relazione fatta ieri presso il seminario
arcivescovile di Vercelli sul vento nuovo di papa Francesco.
Purtroppo mi sembra di vivere la ripetizione stanca di cose già viste e
riviste, roba da toglierti ogni voglia di seguire la politica. Sono andato a
votare alle primarie per la segreteria regionale del Pd, ma accidenti, vorrà dire
qualcosa se in Lombardia ha votato meno degli iscritti!!!
Mi consolo con la cultura politica e civile. Ieri grande presentazione a Milano
del bellissimo libro Melampo di Alessandra Ballerini “La vita ti sia lieve”,
racconti di vita vera così incredibili da essere drammaticamente (e talora
felicemente) veri. Dovrebbero leggerlo tutti: per sapere, ma anche per sentire
la vergogna di come il nostro paese ha cancellato da decenni i diritti degli
ultimi. Oggi invece mi sono goduto il teatro politico -nel senso più alto del
termine- di Jacopo Gassman, “La pace perpetua”. Attori nelle parti di cani che
competono per avere il collare pregiato che li porterà alla testa della lotta
al terrorismo. E martedì pomeriggio si continua con “L’Italia civile dei don” a
Scienze Politiche. Proiezione e discussione di “Alla luce del sole”, il film su
padre Puglisi.
Intanto metto in carniere una bella recensione de “I fiori dell’oleandro” da
parte di Silvia Truzzi sul “Fatto” di ieri. D’accordo, è il mio giornale, ma
Silvia ha notoriamente palato assai esigente…
Nando
Next ArticleGiovani e donne. Avanti un altro. E la carica dei 101