Buon umore dall’estero. Agli interni servo encomio e Bu-phalite

 

Si può anche dissentire da Marco Travaglio ma ci sono
momenti in cui pensi “per fortuna che c’è”. L’editoriale sul Fatto di oggi è un
ritratto impietoso del servilismo della stampa maggiore verso chiunque governi.
Le cose dette per Letta che tornano per Renzi, con un sovraccarico ulteriore di
cortigianeria. Pastori delle meraviglie, aedi, cantori, laudatori, malati di
servo encomio. Senza scrupoli e soprattutto senza senso del ridicolo. Andate a
leggervelo e trasalirete anche voi. E capirete perché e la misura esatta in cui
siamo sull’orlo del baratro. Franceschini scrittore a metà tra Borges e Pessoa…Ragazzi,
ma ci sarà un limite. E poi lo stop a Gratteri: per evitare conflitti di
interesse, quando siamo impiccati da vent’anni ai conflitti di interesse non
dei magistrati ma degli imputati…
Due buone notizie arrivano dall’estero. In Ucraina liberata Julia Tymoshenko e
silurato Yanukovich, il capo sanguinario. Onore ai caduti di Kiev, la libertà
purtroppo non è mai gratis. Chissà perché ma vivo sempre con gioia ogni scacco
subito da Putin e dai suoi. Vivo con gioia anche l’arresto del “Chapo” Guzman,
il capo dei sanguinari cartelli di Sinaloa in Messico. L’opinione pubblica
italiana non riuscirà probabilmente ad apprezzare l’importanza straordinaria di
questa cattura, perché del Messico non gliene frega niente. Io dico che non
farà certo finire lo strapotere dei narcos, ma dice che il Messico non è ineluttabilmente
destinato a diventare il primo vero narcostato.
Buffe nuove sul versante dell’antimafia, invece, dove circola a manetta quel
simpatico virus che gli esperti hanno da poco battezzato Bu-phalite. Una
libraia torinese mi segnala di un presunto giornalista free-lance (di questi
tempi state con gli occhi aperti il doppio, chiunque se lo può scrivere sul
biglietto da visita, basta tenere un blog) il quale le ha proposto come propria
creatura un articolo su Antonino Caponnetto. Solo che la poverina ha poi scoperto
che quell’articolo lo avevo scritto io molti anni fa. Allo stesso tempo, così
mi dicono, c’è un tale che in rete lamenta di non riuscire a presentare un suo
libro sul caso Lea Garofalo perché io avrei messo il veto. Quando si sentono
queste fesserie si fa il solito pensierino (politicamente scorretto, lo so)
sulla legge Basaglia. Ma santo cielo, come posso vietare un libro di un autore
che non so nemmeno chi sia? E poi, chi potrebbe mai in Italia vietare la presentazione di un libro?
Posso decidere di non presenziare perché il libro è brutto o non stimo l’autore.
Posso sconsigliarlo a un amico per le stesse ragioni. Ma come si può vietare?
Amici, questa è paranoia travestita da antimafia, io presentai “Delitto
imperfetto” (messo, quello sì, al bando dalla Rai) in almeno duecento posti,
anche se era sgraditissimo ad Andreotti, l’uomo politico più potente dell’epoca.
Per fortuna c’è anche il buono. Sentite belle relazioni al convegno dell’università
di Bologna, dove erano stati chiamati a convegno quasi tutti i maggiori
studiosi di mafia, attempati e giovani e giovanissimi. Lì la serietà ha battuto
la Bu-phalite 4-1. Un sacco di cose interessanti. Buona domenica…

 

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