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Il Rinascimento fai-da-te. Nebraska, Civati, gli agguati fotografici e “I fiori dell’oleandro”
Visto come “butta” la vita pubblica, diamoci almeno le
notizie che servono e interessano a noi blogghisti. Anche perché sempre più
credo che ognuno debba fare semplicemente quel che può. Il Rinascimento da me
pronosticato un dì, arriverà. Ma ce lo dovremo fare da noi. L’importante è che
il Palazzo pensi ai fatti suoi senza mettere le mani nei nostri (è ingenua
utopia, lo so). Come ha detto all’inaugurazione dell’anno accademico Gianluca Vago,
rettore della Statale di Milano, “per favore dimenticatevi di noi” e lasciateci
lavorare.
Lavora il grande Robertoli, che quattro giorni fa è ridiventato nonno a
Clermont Ferrand, tanto per ribadire che le buone notizie vengono dall’estero. Signore
& Signori, è nata Ilaria. Auguri! Lavora invece nel suo letto d’ospedale
milanese il grande Pasquale, che appena operato si è rimesso a pensare a Renzi
e al sostegno che gli arriverà (così dice) dagli uomini di Cosentino in
parlamento. Per favore qualcuno regali a Pasquale un po’ di almanacchi di
Topolino così si distrae un po’… In fondo se lo merita.
E visto che stiamo sugli affetti raccomando a tutti “Nebraska”, film in cui la
parola “papà” ricorre con una dolcezza inarrivabile. “Papà”. Che cosa grandiosa
potere avvertire tutta la profondità di questo suono. Dà senso da solo a tutta
un’esistenza. Questo paese, d’altronde, sarà salvato dai buoni sentimenti. Dove
ci portino le ambizioni e il cinismo lo abbiamo già sperimentato. E temo che lo
sperimenteremo ancora. La via del Rinascimento è fatta di sentimenti giusti.
Sono loro a produrre quelli che ho chiamato “I fiori dell’oleandro”. A
proposito: il libro sarà presentato allo Spazio Melampo (via Tenca 7) la sera
del 4 marzo alle 21, alla presenza di molte delle “donne che fanno più bella l’Italia”,
come recita il sottotitolo. Mi dicono che le librerie collochino il libro nella
saggistica. Sempiterno problema, legato alla pigrizia mentale di un sistema.
Davvero la saggistica è tutto ciò che non è invenzione? E la narrativa civile
non esiste? In ogni caso “I fiori dell’oleandro” ha incassato una recensione
entusiasta (grazie, grazie) di Pippo Civati.
Vi attendo dunque il 4. Mentre martedì 25 vi attendo a Scienze Politiche di
Milano per l’intervista pubblica che farò a don Luigi Ciotti nel nostro ciclo
sull’”Italia civile dei don”, cercando di evitare gli agguati fotografici di
quelli che puntano a dimostrare con una immagine su fb inesistenti rapporti
privilegiati con il leader dell’antimafia. Svegliatevi, non siamo solo il paese
del servo encomio. Leggete qui accanto il racconto di Heba e proverete un po’
di orgoglio.
Nando
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